Esami di Maturità: una prova mancata

«La scuola italiana è offline» è stato il fortunato titolo di un articolo di Lorena Loiacono apparso a Marzo (Il Messaggero, 12 marzo 2020), quindi in piena emergenza sanitaria, incentrato sulle difficoltà di garantire la didattica all’indomani della chiusura delle scuole per le carenze della rete  digitale. All’approssimarsi della scadenza della data della prova di maturità, il rischio è che ci si trovi fuori tempo massimo per garantire lo svolgimento di un esame che abbia una parvenza di normalità. A poche settimane da quella che continua a essere indicata come la data certa (metà Giugno), tutto è ancora in alto male e poche sono le certezze circa la modalità con la quale gli studenti saranno chiamati ad affrontare la prova. Certamente, considerato che fino a qualche settimana fa eravamo ancora in piena emergenza contagi, non si tratta di risolvere una questione semplice ma, lo diciamo a bassa voce, forse l’esperienza messa in campo dalle università telematiche, che sono state immediatamente in grado di garantire lo svolgimento degli esami online per master e corsi di perfezionamento, qualcosa avrebbe potuto insegnarlo. Non si tratta di prospettare decisioni estreme ma certo una visione delle cose di più ampio respiro e, soprattutto, aperta verso le opportunità offerte dalle nuove tecnologie, avrebbe però permesso in tempi brevi di individuare anche per questa scadenza le soluzioni migliori. Affrontando questo specifico tema Alfonso Lovito, direttore generale dell’Università eCampus, ha osservato come anche lo slittamento di un mese della data di inizio degli esami avrebbe potuto essere una soluzione utile per permettere agli studenti di recuperare i ritardi, come pure non si dovrebbero avere remore a individuare modalità diverse da quelle tradizionali.

«La vita continua. L’Italia va avanti» è stata l’esortazione contenuta nell’incipt della lettera aperta che il direttore generale dell’Università eCampus Alfonso Lovito aveva voluto inviare all’inizio della pandemia agli studenti e ai docenti e che, a maggior ragione, possiamo veder esteso oggi all’intero mondo della scuola italiana. La scuola supererà anche questa scadenza e l’Italia certo andrà avanti ma potrà farlo se si avrà la consapevolezza che deve valere soprattutto per la scuola il fortunato slogan che stà circolando in lungo e in largo in rete: augurarsi non che tutto torni come prima ma che tutto diventi migliore di prima. L’occasione che gli esami di maturità potessero essere il banco di prova per mettere in campo soluzioni frutto di una visione meno miope e di più ampio respiro sembra sfumare. Diciamolo: è una grande prova andata sprecata. Ma la strada è stata indicata.

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