“La didattica a distanza attuata nei mesi dell’emergenza ha certamente rappresentato una risposta pronta ed efficace delle scuole e ha determinato un’accelerazione di nuove competenze del personale scolastico e degli studenti;”: non potrebbero essere più esplicite le parole riportate nero su bianco nel testo presentato il mese scorso dal Comitato tecnico scientifico del dipartimento della Protezione Civile al Ministero dell’istruzione. Un’attestazione autorevole, ma che non fa che aggiungersi ai tanti riconoscimenti per una risorsa che, in piena emergenza sanitaria, ha garantito la continuazione dell’attività didattica per tutti i mesi di chiusura delle scuole. Ma, alla luce dei tanti problemi e della vera e propria corsa a ostacoli nella quale si stanno trasformando l’esame di maturità e il Concorso della scuola, è altrettanto evidente che la didattica a distanza potrà rappresentare la grande risorsa in grado anche in futuro di fare la differenza.
Se è vero che tra le soluzioni prospettate per scongiurare la chiusura delle scuole in occasione della consultazione elettorale c’è quella delle elezioni on line, – prospettiva che soltanto fino a pochi mesi fa sarebbe stata considerata fantascienza – è chiaro che un tabù è definitivamente crollato. Per dirla con una battuta, se gli esami che hanno preso il via rischiano di trasformarsi in una bocciatura delle decisioni prese dal Miur, il bilancio di fine anno vede la didattica a distanza promossa a pieni voti.
La sfida di cui ora c’è sempre più consapevolezza è una: come riuscire a fare tesoro dell’esperienza che in questi mesi ha visto studenti e docenti misurarsi con nuovi strumenti didattici legati alle nuove tecnologie, affrontando i tanti problemi che hanno messo a nudo l’impreparazione e il ritardo anche culturale di una buona percentuale degli insegnanti. Uno strumento ancora più attuale è quindi il Vademecum per la didattica a distanza (https://www.istruzione.it/coronavirus/didattica-a-distanza_uni-afam.html) messo a suo tempo a disposizione dall’Università eCampus, che non a caso continua a essere tra gli strumenti che stanno avendo maggiore diffusione tra quelli disponibili sulla piattaforma del Miur.
Come hanno ribadito più volte i vertici di eCampus, si tratta di porre fine a una visione per la quale la scuola tradizionale e le nuove forme della didattica debbano essere considerati come due mondi tra di loro in antitesi, quando la strada che si stà comunque imponendo è quella della loro interazione, quale unica via per garantire una formazione veramente al passo con i tempi. I primi ad avere compreso le opportunità offerte dalla possibilità di avvalersi di entrambe le risorse sono proprio i ragazzi. La scuola e la formazione italiana potranno crescere e offrire riposte efficaci se docenti e dirigenti scolastici dimostreranno di vincere le ultime resistenze e di voler investire sui nuovi strumenti didattici per costruire la scuola del futuro.
Alberto Barelli
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