Fonte: Il Fatto Quotidiano, 25 settembre 2020
Sulla scuola incombe l’incognita dei certificati medici rilasciati agli studenti per rientrare sui banchi dopo i giorni di assenza. Se in alcune regioni è richiesta un’autocertificazione, in altre ci si affida alla fiducia.
A complicare le cose è che i soggetti in gioco sono tanti: Le parti in gioco sono tanti, a iniziare dal Ministero della Salute che non ha mai provveduto a emanare le linee guida chiare, mentre quello dell’Istruzione è alle prese con le proteste di presidi. Quindi si deve fare i conti con le richieste dei pediatri, che sollecitano l’impiego di tamponi e referti immediati e con la giungla delle normative che variano da regione a regione.
Il presidente dell’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli spiega: “Secondo il Decreto ministeriale 80/2020, nella scuola dell’infanzia, dopo un’assenza per malattia superiore a tre giorni la riammissione a scuola sarà consentita ‘previa presentazione della idonea certificazione’ del pediatra di libera scelta o del medico di medicina generale ‘attestante l’assenza di malattie infettive o diffusive e l’idoneità al reinserimento nella comunità scolastica’. Nulla è previsto per gli altri ordini di scuola. È opportuno che le istituzioni scolastiche sappiano per tempo come comportarsi”. La soluzione indicata da Giannelli è che venga stabilito un obbligo di certificazione a fronte di tre giorni di malattia.
Alex Corlazzoli