Fonte: Il Sole 24 Ore, 25 settembre 2020
Secondo stime attendibili elaborate dai sindacati saranno circa ben cinquantamila le domande di pensionamento che saranno presentate dai insegnanti e personale Ata. Le difficoltà che stanno caratterizzando il rientro a scuola e le incognite che gravano sui prossimi mesi, con il probabile ricorso alla didattica a distanza, sta spingendo alla corsa al prepensionamento.
Per ora gran parte delle domande riguarderà gli insegnanti (quarantamila le domande previste) mentre quelle del personale Ata saranno diecimila. Per questi ultimi si avrà un quadro completo tra quattro mesi, termine entro il quale dovranno essere inviate le richieste. A gennaio si saprà quanto l’effetto Covid-19 avrà influito, determinando o meno una vera e propria fuga dalla scuola.
La questione preoccupa il ministero dell’Istruzione, tanto più che ci si trova a fare i conti con l’elevata età media del personale scolastico. La corsa al prepensionamento è destinata pertanto a pesare sulla carenza degli organici, a cominciare dal corpo docente.
A questo quadro va aggiunto che soltanto 2.500 precari hanno inoltrato la domanda per spostarsi in un’altra regione per potendo contare sul posto fisso.
Tra i provvedimenti individuati per fronteggiare la situazione c’è quello dell’attivazione dei nuovi concorsi a cattedra che dovrebbero portare all’assegnazione di 78mila posti: la speranza è che non ci siano problemi o ritardi e che con la selezione straordinaria, alla quale sono interessati i precari con più di tre anni si servizio, possano essere assicurati i 32mila ingressi previsti, procedendo con l’assegnazione entro la scadenza stabilita per le immissioni in ruolo del settembre 2021. Tutto questo se l’emergenza sanitaria nel frattempo potrà rimanere soltanto un brutto ricordo.
Davide Colombo e Claudio Tucci