Mirare al concorso è da sempre ambizione diffusa. Solo che oggi con il termine intendiamo proprio riferirci al prendere la mira per fare fuoco, a parole si intende. Fare fuoco contro il concorso pare sia ora lo sport preferito dagli italiani e a dimostrarlo è il tam tam delle dichiarazioni delle quali è bersaglio la povera ministra Lucia Azzolina che, per restare ai termini bellici, pare proprio un bollettino di guerra. E come per tutte le battaglie nelle quali regna anche una certa dose di caos, è difficile districarsi, soprattutto nel caso in cui, come il nostro, c’è da fare i conti anche con il fuoco amico. Chi si aspettava che a sparare le bordate più pesanti contro l’annuncio della data di avvio della selezione fosse infatti un partito di governo, PD? Fatto sta che quelle partite ieri sono belle e buone (non tanto) cannonate. E qui la faccenda si complica. Fino a ieri fare il resoconto era facile: da una parte il governo a fare annunci e dall’altra l’opposizione, Lega e Fratelli d’Italia in testa, a sparare bordate, nello specifico appunto contro lo svolgimento del concorso per i pericoli sanitari annessi e connessi. Ma a conquistare i titoli dei giornali è invece in questi giorni il fuoco amico. Anche per i compagni di governo sarebbe dunque pericoloso fare le svolgere le prove in piena emergenza sanitaria. La proposta è rinviare il tutto a fine anno ma a tale riguardo non venisse in mente di pensare alla parola “tregua”. La sortita del Pd è destinata a essere come l’aggiunta di un’ulteriore bella dose di polvere da sparo, che non mancherà di rendere ancora più incandescente il quadro. Da qui alla fine dell’anno ne vedremo delle belle e possiamo mettere in conto bordate sempre più pesanti. Sparare ancora più forte e a ritmo serrato è l’unica possibilità per le opposizioni di non essere superate in corsa dai colpi dei nemici (a questo punto per la verità non si sa più nemici o più nemici di chi). Povera scuola italiana: neanche la guerra di cui è suo malgrado teatro è un conflitto normale. L’unico punto fermo sembra essere che studenti, genitori e professori dovranno continuare ad armarsi di pazienza e, tra emergenza sanitaria, mancanza di banchi e ora tra guerra diciamo classica e fratricida, andare verso i banchi di scuola come al fronte.
Si tratta di attendere il momento giusto (ma pare che ogni momento sia quello buono) e si spara la bordata.
Alberto Barelli