Fonte: Il Giornale – 1 ottobre 2020
In attesa dei tamponi “rapidi” le famiglie vivono un incubo: “È assurdo. Non può andare avanti così tutto l’anno”
Ogni genitore lo sa bene e chi non ha bambini che vanno a scuola cerchi di immaginare ciò che vuole dire ritrovarsi a gestire i figli al tempo del Covid. Prima la chiusura delle scuole, quindi il distanziamento, ed ora il ritorno sui banchi di scuola.
Se si escludono i banchi monoposto, poche certezze sono arrivate dal Governo. A distanza di due settimane dal ritorno sui banchi i genitori sono alle prese con il caos legato all’impiego del tampone. In tutto il paese si susseguono i casi più diversi. Un episodio significativo è quello dell’attivazione del tampone per un bambino che aveva semplicemente starnutito.
Si sapeva che la procedura di tracciamento dei contagi avrebbe provocato problemi. Attualmente siamo arrivati a 116 istituti chiusi, mentre sono circa 700 le scuole nelle quali è stato registrato almeno un contagio. Ma il problema maggiore è costituito dai casi sospetti, dalle febbri o dai normali raffreddori. In questi casi per il ritorno a scuola è richiesto un certificato che attesti di non avere l’infezione e il fatto è che i pediatri possono sottoscriverlo unicamente in base all’esito del tampone. I bambini si ritrovano pertanto a dover restare a casa a lungo, soprattutto se sottoposti ai tamponi molecolari naso-faringei, per i quali i tempi sono ancora più lunghi.
Appena ieri il ministero dopo il nullaosta del Cts ha dato il via all’uso dei test antigenici (rapidi). Il risultato dovrebbe essere noto in un quarto d’ora, permettendo di evitare quarantene di massa. Il fatto è che la gara per l’acquisto di 5 milioni di pezzi è stata appena attivata.
C’è una questione con la quale fare i conti: sia i molecolari che gli antigenici prevedono l’utilizzo del tampone naso-faringeo, piuttosto invasivo in particolare per i bambini. C’è inoltre il rischio della rottura del tampone e di lesioni alla mucosa orale e faringea, oltre ai traumi psicologici. Un alto numero di tamponi potrebbe essere controproducente, pure se il risultato dovesse arrivare in un quarto d’ora.
Giuseppe De Lorenzo