Per i futuri animatori digitali, il master di Noi della Scuola
Anche il blog di Noi della Scuola ha avuto il piacere di festeggiare la nomination del professore italiano Carlo Mazzone tra i dieci finalisti del Global Teacher Prize, il premio Nobel degli insegnanti. Mazzone non è il primo connazionale a ricevere questa lusinghiera chiamata. Nel 2017 era stata una donna Annamaria Berenzi a vincere la sezione italiana del Global Teacher Prize, che insegnava matematica ai ragazzi ricoverati in ospedale a Brescia. In secondo luogo: che cosa la giuria del Premio ha visto in Mazzone per candidarlo ad insegnante migliore del mondo? Carlo Mazzone è un animatore digitale, ha sperimentato, innovato, reso efficace la trasmissione del sapere, la comunicazione attraverso i media digitali. Si definisce, immaginiamo anche con un po’ di ironia “digital evangelist”. La sua storia in qualche modo ci riguarda: ha infatti dichiarato a La Repubblica che, avversato dai suoi genitori umanisti convinti, coltivava la passione dell’elettronica di nascosto. «A 10 anni mi sono iscritto ai corsi per corrispondenza di informatica della scuola Radio Elettra” e da lì in avanti non si è più voltato indietro. Dal 2004 ha scelto di dedicarsi all’insegnamento nella scuola pubblica, in una zona ad alto tasso di disoccupazione. Dove ha iniziato creando piattaforme di e-learning e sperimentando le modalità di insegnamento più innovative, dalla didattica capovolta al cooperative learning. Carlo Mazzone è un animatore digitale e questa sua peculiarità lo rende una figura di formatore molto interessante, tanto da essere notata dal Global Teacher Prize e da salire nell’empireo degli insegnanti più bravi del mondo? Il suo lavoro per i Neet, i giovani senza formazione, scuola lavoro, punto debole anche delle democrazie più sviluppate. Con loro ha inventato start up in grado di stare sul mercato, a volte aprirne uno e permettere a nuove sensibilità e nuove professionalità di modellare l’economia e iniziare a strutturare la filiera dell’ hight tech e del terziario di ultima generazione”. L’animatore digitale non è un nome di fantasia ma una figura riconosciuta dal 2015 nel Piano Nazionale Scuola digitale2015, affianca in dirigente nella progettazione e realizzazione dei progetti di innovazione digitale contenuti. Ogni istituzione scolastica sceglie il suo Animatore Digitale (uno per scuola): il Dirigente Scolastico dovrà comunicarlo al MIUR tra il proprio corpo docenti. Quelli nominati finora, secondo una statistica, hanno di media 45 anni, in prevalenza sono donne e insegnanti di area scientifica. Una scuola, un animatore. Essendo una figura praticamente obbligatoria da individuare, Noidella scuola ha dedicato all’animatore digitale un master di primo livello universitario che permette di acquisire competenze nei tre ambito di intervento: formazione interna, coinvolgimento della comunità scolastica, problem solving tecnologico. Gli aspetti teorici sono nuovi media e nuovi linguaggi per l’SSD SPS-08, Competenze di progettazione didattica e rete e ruoli professionali della metodologia didattica di M-PED/03. Gli aspetti pratici coprono la pratica dell’animatore digitale, didattica e tecnologia dell’istruzione e dell’apprendimento, tecniche della formazione a distanza, pratiche didattiche per la scuola. Una volta seguiti on line gli insegnamenti, ci sarà una prova finale valida per il conseguimento del titolo.
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