Non tutto il male viene per nuocere e oggi ne abbiamo una prova. L’emergenza Coronavirus continua a creare disagi e preoccupazione ma un lato positivo infatti lo ha prodotto: i concorsi pubblici si svolgeranno in modo più snello e in una modalità diciamo più al passo con i tempi. Sì, nella patria della burocrazia e delle procedure super farraginose c’è voluta la pandemia che sta mettendo in croce l’intero pianeta per compiere il miracolo. Fatto è che sarà assicurata un po’ di semplificazione in uno dei campi che da decenni continua a dare il meglio (cioè il peggio) del lato oscuro della macchina pubblica, appunto quello dei concorsi. Ossia di quella cosa che, una volta conclusa, si riapre già il giorno dopo a suon di contestazioni, ricorsi e, nei casi più eclatanti, con una sentenza di annullamento delle prove e conseguente indizione di una nuova selezione. A passare alla storia è il Ministro della pubblica amministrazione Fabiana Dadone, alla quale si deve la rivoluzione che prenderà corpo con i prossimi concorsi per la selezione del personale della pubblica amministrazione. Le prove si svolgeranno in sedi decentrate per eliminare gli assembramenti ma soprattutto attraverso i test scritti in modalità informatica e con prova orale in videoconferenza. Per la presentazione delle domande di partecipazione sarà indispensabile indicare lo SPID e l’indirizzo di posta elettronica certificata (PEC).
Ci stiamo ricordando che per il nostro paese si tratta di una rivoluzione, quindi ci asteniamo dall’osservare che, visto che l’emergenza sanitaria tra un po’ compirà un annetto, forse ci si poteva pensare prima. Ora tutti gli occhi sono puntati sul concorso della scuola al via il 22 ottobre. Purtroppo, a parte la novità della moltiplicazione delle sedi di esame per assicurare il distanziamento, per questa selezione grosso modo si prevede la vecchia procedura. Ma diciamolo, visti i problemi verificatisi con la gestione informatizzata delle graduatorie, forse c’è da tirare un sospiro di sollievo. Già le cose si prospettano complicate, figuriamoci se fossero stati introdotti stravolgimenti nelle procedure, per quanto auspicabili. L’esperienza ci fa dire: rivoluzioniamo e snelliamo ma a piccoli passi, per non essere costretti a rimpiangere il tempo in cui si stava peggio.
Alberto Barelli