Chi vincerà il braccio di ferro tra il Ministro dell’istruzione Lucia Azzolina e il presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini? E’ presto per dirlo ma lo scontro si sta profilando interessante. Oggetto del contendere, come ben sanno tutti coloro che stanno seguendo le vicende della scuola, è il ricorso o meno alla didattica a distanza. Opzione che il Ministro continua a voler escludere ma che con l’aumento dei contagi raccoglie sempre più sostenitori. L’ultimo a scendere in campo in ordine di tempo è appunto il rappresentate delle Regioni. I presidenti si sono infatti riuniti per valutare l’ultimo decreto appena emanato dal Governo per fronteggiare l’emergenza sanitaria e la richiesta emersa è quella di chiudere le scuole superiori, ricorrendo alla didattica a distanza (DAD). Per il Ministro Azzolina si apre così un altro fronte, che va a unirsi allo scontro con i sindacati e i comitati dei precari sul concorso straordinario della scuola. A poco più di una settimana dalla data di avvio delle selezioni possiamo dire che il Ministro potrebbe spuntarla, perché, salvo problematiche relative al funzionamento dell’intera macchina organizzativa, sembra che le prove possano prendere il via. L’aumento dei contagi, se si confermerà l’andamento in atto, potrà avere invece serie conseguenze in merito all’apertura delle scuole. Azzolina continua a sostenere che non c’è alcuna necessità di sospendere le lezioni in presenza, dal momento che l’analisi dei dati dimostrerebbe che la scuola non è la causa dei contagi. La pensano diversamente i presidenti di Regioni, che sottolineano come la didattica a distanza sia parte integrante dell’insegnamento in tante scuole. Una cosa è sicura: se si dovrà attuare un nuovo lockdown, la prospettiva di ricorrere alla didattica a distanza non fa più paura. Se pensiamo alle incertezze e ai problemi che hanno caratterizzato i primi mesi di chiusura delle scuole, certo la situazione è cambiata. Questo è un lato positivo che vogliamo evidenziare. Al di là delle questioni didattiche in se stesse, i passi in avanti compiuti da studenti e insegnanti rispetto alla formazione a distanza dimostra la capacità di reagire ai problemi e sapersi rimettere in gioco. Se invece di investire tante energie in scontri che spesso poco hanno a che fare con le questioni concrete e tanto sono condizionati da motivazioni politiche, tutti ne guadagnerebbero, scuola compresa. Tanto più che a decretare la vittoria del braccio di ferro non sarà tanto la propria forza, quanto quello di fattori esterni, in questo caso di questo maledetto virus che sembra proprio che non abbia voglia di abbandonarci. Ragione in più per abbandonare le posizioni di principio e impegnarsi a far si che la scuola sia pronta a fronteggiare la prospettiva peggiore.
Alberto Barelli