Tamponi a scuola, troppi ritardi. Cambiano le regole: ok ai test rapidi

Fonte: Tecnica della Scuola – 13 ottobre 2020

Sì ai test rapidi in caso di sintomi Covid di uno studente o di un professore in modo da avere la risposta entro poche decine di minuti e poter nel caso decidere l’isolamento anche di tutti i contatti, ai quali verrebbe poi fatto il test rapido. Nel caso di risposta positiva e di contagio, ma solo in questo caso, si farebbe il secondo tampone tradizionale di conferma, che richiede più tempo per il risultato ma è anche maggiormente sensibile. Per ora infatti questi test rapidi nasali rischiano di avere più falsi positivi che falsi negativi. I positivi sintomatici, invece, possono rientrare tra i banchi dopo almeno 10 giorni dalla comparsa dei sintomi e dopo l’esito negativo del test molecolare, eseguito dopo almeno 3 giorni dalla scomparsa dei sintomi. Quindi devono aspettare 10 giorni, di cui almeno 3 senza sintomi, e l’esito del test. Dunque, secondo Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale dei presidi, come riporta Il Messaggero, “Si tratta di un passo avanti nel miglioramento della situazione con i 14 giorni di quarantena si rischiava uno stallo del sistema. Un ulteriore passo avanti potrebbe arrivare dalla disponibilità dei tamponi veloci. In questo modo si andrebbe a migliorare sensibilmente la possibilità di mantenere il servizio scolastico in una forma più regolare”.

Introduzione dello screening con test rapido salivare nelle scuole che è meno invasivo di quello nasale e dunque più adatto ai bambini.

Tuttavia, l’aspetto più interessante riguarda ciò che hanno dichiarato alunni presidi e da loro stessi richiesto e cioè che tutta questa procedura potrebbe svolgersi all’interno degli istituti, sfruttando le palestre o altri luoghi della scuola abbastanza ampi e arieggiati

Redazione

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