Fonte: La Repubblica – 19 ottobre 2020
Regioni e Comuni contro Azzolina, che non voleva chiudere, poi la mediazione di Boccia.
Per le superiori possibilità di ricorrere alla didattica a distanza e ingresso scaglionato. Sono queste le uniche norme contenute nel Dpcm illustrato ieri dal premier Conte. In pratica le disposizioni relative alla scuola riguardano soltanto le superiori, mentre tutto resta invariato per asili, elementari e medie. Il governo ha stabilito che per eliminare l’assembramento nei trasporti fosse sufficiente intervenire sugli orari di ingresso e di uscita, prevedendo anche il rientro pomeridiano.
Ulteriori sacrifici non sarebbero sostenibili. A marzo scorso le scuole erano state subito chiuse e il provvedimento ha già limitato la didattica. La scuola ha registrato risultati positivi rispetto ai contagi e su ciò si è giocato il braccio di ferro nella lunga giornata di ieri, caratterizzata da scontri e polemiche.
Dopo la decisione di Vincenzo De Luca di sospendere le lezioni in tutte le scuole della Campania ci si aspettava una pressione sul ministro dell’istruzione Lucia Azzolina. Lo scontro si accende quando il presidente dell’Anci Antonio De Caro, chiede linee nazionali per orari e didattica a distanza. La ministra le accetta ma rifiuta un intervento per decreto e ricorda come nelle linee guida di giugno emanate dal Miur tutto ciò è previsto e ha ricordato ai presidenti delle regioni che l’autonomia scolastica lascia ai presidi il compito di stabilire orari e didattica.
A sera è il ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini a sollecitare doppi turni a scuola ma Azzolina ha ribadito che non ci sono le condizioni per organizzare il personale. s
Approvato il decreto, restano i dubbi. I problemi riguardano soprattutto i doppi turni, per i quali si dovrebbero raddoppiare o quasi il personale scolastico. Tra le disposizioni ci sono l’abolizione dei viaggi di istruzione e dei gemellaggi. La revisione dell’orario delle lezioni è prevista anche per le Università.
Lorena Loiacono e Marco Conti