Ritorno alla Dad, favorevoli 2 studenti su 3. Troppi problemi con ingressi dalle 9 e turni pomeridiani

Fonte: Il Sole 24 Ore – 26 ottobre 2020

È quanto emerge da un sondaggio effettuato dal portale Skuola.net

Per gli studenti delle scuole superiori la didattica a distanza è una soluzione da preferire all’ingresso differito. Piace quindi la linea seguita dalle Regioni che, tra le ipotesi previste dal nuovo Dpcm anti-Covid, stanno optando nella maggioranza dei casi per lasciare a casa i ragazzi più grandi, piuttosto che lavorare sugli orari (e, di riflesso, sui trasporti). Questo il risultato di un sondaggio promosso dal portale Skuola.net tra 3mila alunni di licei, istituti tecnici e professionali, i cui risultati non lasciano dubbi: più di 2 studenti su 3 reagirebbero (o già stanno reagendo) positivamente alla didattica a distanza. Il 37% le preferisce a quelle in presenza, mentre il 30%, pur essendo favorevole alla Dad, auspica che venda alternata ad alcuni giorni di lezione in classe.

I dati dicono che in tantissimi si sono già abituati a alla didattica integrata. Ben il 60% dei ragazzi si stanno dividendo tra aula e casa. Tra questi il 33% alternandosi con i compagni (alcuni vanno in classe, altri seguono da casa), il 27% muovendosi in blocco tra lezioni dal vivo e scuola digitale. Il 70% frequenta un istituto che sin dall’inizio dell’anno ha previsto la didattica a distanza. Quindi il nuovo Dpcm e le ordinanze regionali ne hanno solo accelerato (o imposto) l’adozione.

Molte Regioni non sono propense a far entrare a scuola più tardi gli studenti delle superiori, per evitare l’affollamento sui mezzi pubblici e all’ingresso degli istituti. La maggior parte di loro (il 53%) l’entrata differita significherebbe tornare più tardi a casa o, nell’ipotesi peggiore, sarebbero costretti ad andare a scuola il pomeriggio. L’idea di spostare la prima campanella dopo le 9 non sarebbe comunque risolutiva: gli studenti dovrebbero partire comunque prima da casa perché gli orari dei mezzi non coincidono con quelli di scuola. Problemi li avrebbe anche coloro che vengono accompagnati: per 6 su 10 vorrebbe dire non poter più contare sul passaggio di genitori e parenti. Non piacciono le nuove norme del Dpcm relative alla chiusura anticipata dei locali. Per più di 8 su 10 non produrrà gli effetti sperati e solo al 18% sta facendo passare la voglia di uscire. Il 53% ritiene non efficace anche un coprifuoco generalizzato, anche se per il 47% ridurrebbe la circolazion virus. Divieti mirati nei quartieri della movida per il 62% funzionerebbero meglio.

Spaventa invece l’ipotesi di un nuovo lockdown totale: il 33% confessa infatti che sarebbe impossibile riuscire a restare a casa, mentre il 18% dice che, dopo essere tornato alla vita normale, sarebbe complicato tornare indietro. Più paziente quel 28% che accetterebbe una decisione del genere, ma solo se durasse poco tempo. A conti fatti soltanto il 21% ritiene che rappresenti l’unica vera soluzione per combattere la nuova ondata di contagi.

Abstract di Redazione

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