La Repubblica – 17 Novembre 2020
Un quadro sconfortante emerge dall’indagine promossa tra quattrocento iscritti dall’Associazione nazionale dirigenti scolastici (Andis) a fine ottobre. Dal questionario emerge la gravità dei problemi: ritardi nell’assegnazione del personale, impossibilità di trovare i supplenti e i docenti di sostegno introvabili, la paura del contagio tra gli insegnanti, la continua richiesta di rendicontazioni. Aggiungiamo poi le pressioni e le lamentele dei genitori, la mancata consegna dei banchi, i lavori per ampliare le aule che non sono stati fatti. Infine la confusione e il disorientamento nella gestione dei casi di positività, la comunicazione andata in tilt con la sanità pubblica. Insomma quella del preside è una vita sotto stress. Nonostante questo i presidi sono a favore della scuola in presenza; solo il 17% si è detto propenso a chiudere tutte le scuole e ad attivare la didattica a distanza, ora avviata alle superiori e anche agli ultimi due anni delle medie nelle Regioni rosse. Spiega il presidente di Andis Paolino Marotta: “Volevamo fare il punto sullo stato dell’arte perché la ministra Lucia Azzolina l’ha fatto convocando solo 30 dirigenti e con una analisi che a noi è sembrata superficiale, così abbiamo chiesto direttamente ai nostri iscritti. E il risultato è che le criticità da sempre denunciate, ancor prima dell’avvio delle lezioni, risultano confermate poco più della maggioranza degli intervistati chiede comunque di non gettare la spugna: è scontato che stiamo dalla parte del diritto all’istruzione. Ma è importante anche il ragionamento di chi mette al primo posto la salute”. Osserva quindi ancora Paolino Marotta: “Più che i banchi servivano i locali per garantire il distanziamento e su questo abbiamo toccato con mano le lentezze enti locali. Nonostante tutto sono stati svuotati uffici e biblioteche, i dirigenti si sono inventati soluzioni per reggere la sfida. Ma dove sono finiti gli spazi nelle parrocchie e nei musei, i locali messi a disposizione dal terzo settore? Non li abbiamo visti”. Tempi duri anche per la didattica a distanza: circa la metà delle scuole, tra quelle dei presidi intervistati, non dispone di una connessione di buona qualità ma a spaventare è l’inefficacia degli strumenti a disposizione per fare fronte all’emergenza sanitaria.
Abstract articolo di Ilaria Venturi