Titolo di ieri de la Repubblica: “L’analisi degli esperti: La scuola non è responsabile dell’aumento di contagi”. “La scuola non è più sicura, in un mese oltre 73 mila ragazzi contagiati” era invece il titolo di un servizio di ItaliaOggi realizzato in base ai dati dell’Iss. Chi ha ragione tra i due? Se vi piace cimentarvi sugli enigmi indistricabili, trovare la risposta alla domanda è la sfida che fa per voi. Il passo successivo sarebbe allora quello di andare a documentarsi tra le innumerevoli analisi e i rendiconto che riempiono le cronache di questi giorni. Vi avvertiamo subito: non vi passasse per la testa che, approfondendo la cosa, si arrivi a essere in grado di farsi un’idea e di poter sciogliere il dilemma, termine questo quanto mai azzeccato. Intendiamoci, è comunque doveroso documentarsi per essere aggiornati sulla situazione della scuola e più in generale sulle conseguenze determinate dalla pandemia nei vari settori del paese. Ma il risultato da mettere in conto è che più si mettono a confronto articoli e interviste agli esperti e meno si giunge ad avere le idee chiare. Anzi il rischio è che si ingarbuglino sempre di più, perché può capitare sistematicamente di trovarsi di fronte alla descrizione di un certo quadro e, cambiando fonte di informazione, alle conclusioni contrarie. Accanto a chi è convinto che le scuole restino luoghi sicuri e a chi invece ritiene che i dati dicano che debbano restare chiuse perché fonte di contagio, c’è chi si pone in una via di mezzo. Secondo Enrico Bucci, biologo dell’Università di Philadelphia “non è vero che le scuole sono più protette e non è vero che le scuole sono il motore dell’infezione. Aggiungo che da quando sono state aperte le scuole a quando sono state chiuse le curve epidemiologiche non sono cambiate“. L’unica certezza sembra essere che il detto “la matematica non è un’opinione” possa andare a farsi benedire. E’ proprio sui dati dei contagi e sull’incidenza della scuola rispetto alla diffusione del coronavirus nell’intero paese che si registrano giudizi anche opposti. E in questo caso un po’ di disorientamento è legittimo. Più si va avanti nell’indagine e più si capisce che la matematica in se stessa non ha tutte le sue colpe. A giustificare valutazioni così diverse tra loro è il fatto che i dati sui quali poter basare le analisi lascino alquanto a desiderare, perché incompleti, limitati e raccolti attraverso criteri poco chiari. “Effetto covid: genitori più ansiosi e meno allegri” recita un titolo di Radio 101, “Dirigenti scolastici stressati: lo rivela una ricerca” si legge sul sito di Tecnica della scuola. Genitori ansiosi, presidi stressati e, se continua così, tutti sempre più confusi.
Alberto Barelli