Fonte: il manifesto 01 dicembre 2020
Fare intervenire i prefetti per far riaprire le scuole dopo l’Epifania. E’ l’ultima idea del governo sulla scuola, che nel prossimo «Dpcm» potrebbe inserire l’affidamento ai rappresentanti territoriali dello Stato del coordinamento dei livelli istituzionali – provveditorati regionali alle Asl, dalle regioni ai ministeri dell’Istruzione, dei Trasporti e della Sanità – in una cabina di regia per ciascuna regione. L’idea sarebbe stata discussa dalla ministra dell’Istruzione Azzolina assieme alla responsabile dell’Interno Lamorgese e dei Trasporti De Micheli. AI PREFETTI toccherà il compito di cercare una mediazione con i presidenti delle regioni ai quali il governo ha riconosciuto il potere di varare ordinanze più restrittive rispetto ai «Dpcm». In alcuni casi, come in Puglia e in Campania, questa decisione ha dato il via libera a provvedimenti che hanno chiuso le scuole prima che lo facesse il governo. Il caso Puglia ha determinato una contesa finita davanti al Tar di Bari e di Lecce che hanno espresso pareri opposti sulla riapertura e sulla chiusura. La conclusione è stata che sono i genitori a scegliere se inviare i figli alla scuola elementare e media dell’obbligo. In Campania, la scuola è stata aperta per pochi giorni e poi subito richiusa e da marzo gli studenti sono andati a scuola soltanto per pochi giorni. Tutto questo potrebbe ripartire il 7 gennaio 2021. (…) GLI «ESPERTI» continueranno a prospettare soluzioni diverse, i presidenti di regione faranno di testa loro e andranno in ordine sparso e ai prefetti potrebbe appunto toccare il compito di mettere a punto nei prossimi 40 giorni quello che al governo non è riuscito in nove mesi. L’ipotesi del loro coinvolgimento era stata proposta ieri dal presidente del Comitato tecnico scientifico Miozzo. Si vedrà se resisterà nel marasma delle ipotesi sulle aperture delle scuole alla domenica o un rientro «prima di Natale». Al momento rivela le grandi difficoltà del governo italiano a garantire un anno scolastico, mentre gran parte di quelli europei riescono a garantire una continuità in presenza. «CI AUGURIAMO che non diventi l’ennesimo motivo di conflitto istituzionale – sostiene Francesco Sinopoli (Flc Cgil) – Se l’obiettivo è «riportare i ragazzi a scuola il coordinamento del sistema di trasporto scolastico in mano ai prefetti «è una buona notizia». «Certo che i prefetti non ricordano nulla del buon governo – sostiene Pino Turi (Uil scuola) – evocano interventi di ordine pubblico che non attengono certo ai trasporti pubblici».
Abstract articolo di Roberto Ciccarelli