Fonte: il manifesto – 3 dicembre 2020
Si sta facendo strada l’ipotesi di inserire gli studenti, i docenti e il personale scolastico tra i primi soggetti a cui fare il vaccino anti-Covid assieme ai medici, agli ospiti delle Rsa e agli anziani. La proposta è definita obiettivo prioritario dal ministro della Salute Roberto Speranza, che ha confermato che avendo la disponibilità dei vaccini si potrà procedere immediatamente con la somministrazione del serio per gli operatori dei servizi essenziali. Concorde è il presidente del Comitato tecnico scientifico (Cts) Agostino Miozzo, che durante un’audizione alla commissione cultura della Camera così si è espresso: «Il Cts non è ancora stato investito di quesiti su quale vaccino anti-Covid e a chi. Certo, prima le categorie a rischio ed esposte, gli anziani ultraottantenni e le persone fragili. La scuola è sicuramente un comparto in cima alle priorità. Alcuni esperti dicono “vacciniamo i liceali perché categoria più a rischio”, osservazione assolutamente pertinente. Sopra i dieci anni la capacità di trasmissione del virus è analoga a quella degli adulti». Tra breve diventerà rovente anche il dibattito sull’obbligatorietà o facoltatività dei vaccini ai docenti. Per la sottosegretaria alla Salute Sandra Zampa dovrebbero essere «obbligatorio». Il ministro agli affari regionali Francesco Boccia ieri non si è esposto: «Dare agli studenti il vaccino? È una riflessione che si sta facendo in parlamento». Lo stesso parlamento ha chiesto al governo di prendere una posizione. (…) Un altro capitolo è stato quello dei dati: la scuola è vettore dei contagi o no? Stando a quanto scritto dalla rivista Wired, a seguito di una richiesta di accesso civico generalizzato (Foia) al ministero dell’Istruzione, i contagi sarebbero stati 65 mila con le scuole aperte. I dati non erano conosciuti da Miozzo per il quale non sono chiari. Nell’audizione è emerso che il ministero dell’Istruzione non li ha condivisi con il comitato tecnico-scientifico. L’episodio è stato giudicato «sconcertante» da Matteo Orfini (Pd). Intanto da domani al 6 dicembre torna a mobilitarsi il movimento «Priorità alla scuola» che chiede la soluzione dei problemi in tutti i settori – dai trasporti alla sanità – «usati per giustificare la chiusura delle scuole».
Abstract articolo di Roberto Ciccarelli