Tutto quello che un aspirante docente non può non sapere su questo titolo.
Sei un lettore costante della pagina di Noidellascuola saprai che i 24 CFU rappresentano un nostro cavallo di battaglia. Ne parliamo spesso perché il popolo degli aspiranti docenti si divide in chi li conosce anzi non ne può più di sentirli nominare e chi li considera un oggetto non identificato della galassia formativa italiana.
Le domande più frequente che i nostri orientatori si sentono rivolgere sono
- se danno punteggio (no, sono un prerequisito),
- se completano la classe di concorso (spesso sono il famoso aiutino da casa),
- se si possono autocertificare (no, con noi serve l’imprimatur dell’Ateneo di provenienza),
- se aumentano il punteggio ATA (no, i 24 CFU sono riserva indiana degli insegnanti, a differenza delle certificazioni informatiche spendibili in entrambe le categorie del personale amministrativo e docente).
Ad uso di chi non ha ancora familiarizzato con questo titolo, giovane ma pervasivo, vi riproponiamo la breve storia dei 24 CFU, a pochi giorni dalla scadenza delle iscrizioni per l’appello del 25 e 26 gennaio 2021, che sarà on line. Istituiti per decreto nell’estate del 2017, i 24 CFU, Crediti formativi universitari, sono il must have del momento nel variegato mondo dei titoli italiani. Per partecipare al concorso docenti – insieme alla laurea vecchio ordinamento, magistrale o specialistica, e ai percorsi AFAM – costituiscono un prerequisito quasi universale, a parte pochissime eccezioni, tra cui i già abilitati. Perché il legislatore li ha voluti così trasversali e necessari per chi si candida a varcare la soglia di un’aula della scuola italiana? Fondamentalmente creano una classe docente con un medesimo background nei settori della pedagogia, psicologia, didattica e dell’approccio alle nuove tecnologie.
Non è questo il luogo per dire se il pacchetto dei 24 CFU, come concepito ora, assolva bene, male o così così la funzione per cui è stato introdotto nella legislazione scolastica italiana. Quello che dobbiamo sapere invece è a chi e quando
(a che punto del percorso di qualificazione) diventino davvero imprescindibili.
- Concorso ordinario e straordinario per la scuola secondaria (di primo e di secondo grado, medie e superiori in sostanza) sia per l’immissione a ruolo che per l’abilitazione degli idonei, esclusi gli ITP, per il momento;
- Procedura straordinaria per l’abilitazione (TFA);
- Iscrizione alle graduatorie per tutti i laureati e per gli ITP che sono al primo inserimento.
- Scuola primaria: per partecipare al concorso non occorrono i 24 CFU.
Meno probabile per le lauree Vecchio Ordinamento, è invece abbastanza frequente che, anche in curriculum universitari non collaterali ai settori disciplinari specifici, gli studenti del Post Riforma si siano imbattuti ed abbiano superato brillantemente qualche esame.
In questo caso si può chiedere il riconoscimento, o meglio la coformazione ai sensi del decreto 616/2017, all’Ateneo di provenienza e conseguire i rimanenti.
24 CFU CON NOIDELLASCUOLA
Noidellascuola ha un’offerta formativa molto focalizzata.
Modalità di studio: direttamente da casa, senza orari o vincoli di tempo.
Accesso alla sua Piattaforma Didattica personale 24/24 ore con dispense di studio in formato PDF (dunque scaricabili e stampabili) e una batteria di domande a risposta multipla (con relative risposte esatte). Modalità di esame: per l’emergenza sanitaria nazionale, e nel pieno rispetto dei provvedimenti governativi, l’esame si terrà in modalità on-line e dunque direttamente da casa tramite connessione telematica. Gli esami saranno svolti in videochiamata tramite piattaforma GO TO MEETING. Verrà inviato un link e lo studente dovrà rispondere a 30 domande (a risposta multipla, la scelta sarà tra A,B,C,D) per materia estratte dai panieri a disposizione durante lo studio. Per la legge non è sufficiente avere sostenuto esami con la medesima dicitura o riconducibile a quella ufficiale per ambito tematico: l’allegato A al Decreto descrive con precisione anche gli argomenti del programma d’esame che autorizzano la conformazione. Il riconoscimento va dunque ad una profondità a cui l’autocertificazione, invocata da tanti studenti per bypassare pastoie burocratiche e tempi di attesa, non può arrivare. Che cosa si può chiedere ai 24 CFU? Non il punteggio ma un aiuto, spesso discriminante, per il completamento della classe di concorso in caso di debiti formativi. Quando accade e neanche i 60 CFU di un master riescono a colmarlo, 6 crediti in Pedagogia, Psicologia, Metodologie e Antropologia possono diventare davvero provvidenziali!!
ESAMI ON LINE 25 E 26 GENNAIO. ISCRIZIONI APERTE
Redazione