Mercoledì 27 gennaio 2021 è la giornata in ricordo della Shoah e dei milioni di vittime di uno dei più grandi genocidi della storia. Ma perché il Giorno della Memoria si celebra il 27 gennaio? Cos’è, quando è stata istituita (dall’ONU e in Italia), il significato e perché è importante ricordare. “Quel che è accaduto non può essere cancellato, ma si può impedire che accada di nuovo”. Nelle parole di Anna Frank è racchiuso il senso del Giorno della Memoria, ricorrenza che si celebra in gran parte del mondo, ogni anno, il 27 gennaio. Una data fortemente simbolica, scelta per commemorare i milioni di vittime della Shoah, ma non solo. Una data da portare impressa del cuore, di cui vogliamo ribadire l’importanza ripassando quando è nata, perché e cosa significa “giornata della memoria”. 76 anni fa, il 27 gennaio 1945, le truppe sovietiche dell’Armata Rossa abbattevano i cancelli di Auschwitz. E rivelavano al mondo, per la prima volta, la realtà del genocidio in tutto il suo orrore. Il campo era stato evacuato e in parte distrutto dalle SS prima dell’arrivo dei russi. Le truppe sovietiche vi trovarono circa 7.000 sopravvissuti, insieme a corpi morti, abiti, scarpe, tonnellate di capelli, strumenti di tortura e di morte. La data della liberazione di Auschwitz, raccontata da Primo Levi in La tregua, è diventata il Giorno della Memoria. Nella “fabbrica della morte” furono uccisi almeno 1 milioni di prigionieri: uomini, donne, bambini. Quasi tutti ebrei. Ma anche polacchi, Rom, Sinti, prigionieri di guerra sovietici, testimoni di Geova e altri nemici della Germania di Hitler. Il 27 gennaio è la data scelta dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite per la “Giornata internazionale di commemorazione in memoria delle vittime della Shoah”, istituita il 1° novembre 2005 con la Risoluzione 60/7. Ricorrevano i 60 anni dalla liberazione dei campi di concentramento. Per commemorare le vittime. Ma anche e soprattutto per il dovere di conoscere uno dei capitoli più bui della nostra storia affinché non si ripeta. È questo il significato del Giorno della Memoria: il dovere di non dimenticare descritto da Primo Levi. “Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte ed oscurate: anche le nostre”. Nella risoluzione che designa il 27 gennaio come “Giornata internazionale di commemorazione in memoria delle vittime dell’Olocausto”, le Nazioni Unite esortano, infatti, gli Stati membri a “sviluppare programmi educativi per infondere la memoria della tragedia nelle generazioni future e impedire che il genocidio si ripeta”. La data del 27 gennaio è indicata come un monito “l’Olocausto, che provocò l’uccisione di un terzo del popolo ebraico e di innumerevoli membri di altre minoranze, sarà per sempre un monito per tutti i popoli sui pericoli causati dall’odio, dal fanatismo, dal razzismo e dal pregiudizio”. Riporto un piccolo video con il racconto che Liliana Segre (sopravvissuta al lager di Auschwitz e il 18 gennaio scorso nominata senatrice a vita dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella), ha fatto ai ragazzi il 27 Gennaio del 2012 al conservatorio di Milano.
Gaia Lupattelli