Variante inglese, ribellione dei neopresidi, perplessità dei dirigenti scolastici sul prolungamento dell’anno scolastico. E’ un battesimo del fuoco quello del neoministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, che, a pochi giorni dall’insediamento, già si sta rendendo conto non solo della difficoltà dei compiti da affrontare ma di come il clima di collaborazione potrebbe essere una chimera. Tutti gli occhi sono intanto puntati sulle scelte che oggi dovrebbero portare alla definizione della modalità di svolgimento della prova di maturità. L’unica certezza è che i maturandi si troveranno alle prese con una prova più impegnativa di quella adottata lo scorso anno per fare fronte alla prima ondata di pandemia. Una volta stabilita la nuova modalità, si può stare certi che non mancheranno gli scontenti. Ma non saranno certo le critiche a spaventare il nuovo ministro, tenuto conto che in un paese diviso su tutto sono la normalità. A preoccupare deve essere la perplessità dei dirigenti scolastici rispetto alla proposta di prolungare l’anno scolastico. Una proposta che nasce da presupposti condivisibili ma che nella realtà è più facile a dirsi che a farsi. Prolungare di un mese l’anno scolastico significa organizzare i trasporti, la sanificazione degli edifici e ottenere la disponibilità dei docenti a fare lezione magari fino a luglio. Intanto proprio i neopresidi stanno alzando la voce contro lo scavalcamento nell’assegnazione degli istituti da parte di colleghi che hanno ottenuto posizioni inferiori in graduatoria. Una questione tutta italiana e difficilmente spiegabile in poche parole, per approfondire la quale rimandiamo i lettori ai numerosi articoli dedicati alla vicenda. La vera emergenza ora è l’allarme per il possibile impatto della variante inglese sulle scuole. I sindacati chiedono misure forti per garantire la sicurezza ma soprattutto che si faccia chiarezza sui reali termini della questione. Ci uniamo alla richiesta: già sarebbe una svolta se, dati alla mano, fosse fatto il punto sulla reale entità della diffusione della variante covid tra studenti e insegnanti. Dopo oltre un anno di incertezza assoluta sui dati, già questa sarebbe una svolta che permetterebbe di far perdonare al nuovo ministro di non essere in grado di compiere miracoli.
Alberto Barelli