Fonte: Corriere della Sera – 23 febbraio 2021
Il Governo è chiamato a decidere sul prolungamento della scuola a fine giugno. Una decisione non è presa, ma di indizi ce ne sono ormai molti, che sembrano indicare la strada che il governo sta prendendo. Per quanto riguarda le scuole superiori la decisione di confermare con l’ordinanza di venerdì la maturità per metà giugno – si comincia il 16 – con commissioni composte dai professori delle singole classi, mette una grossa ipoteca sulla fattibilità di un allungamento: i professori del triennio sono in buona parte impegnati negli esami. C’è poi tutta l’organizzazione, con uso di aule e di personale scolastico, per l’esame di Stato. Al massimo per giugno si potrebbero organizzare alcuni corsi di recupero, come la maggior parte delle scuole fa per chi ha delle brutte insufficienze nelle materie principali (italiano, matematica e lingue). Il metodo del ministro Bianchi è concertativo, cioè vuole che le decisioni siano condivise con i protagonisti della scuola – presidi, professori e studenti – e «rispettoso dei diritti delle persone» e delle famiglie». Il sindacato dei presidi (Anp) e i rappresentatnti degli studenti sono per la stragrande maggioranza contrari ad un allungamento delle lezioni. Senza contare che lo stesso Bianchi ha ricordato che l’anno scolastico è di 200 giorni e dunque chi ha fatto lezione – da casa o a scuola – non deve essere costretto ad altri corsi.
Abstract articolo di Gianna Fregonara