E’ impossibile per chiunque negare quanto oggi giorno la cultura contemporanea venga influenzata e modellata dalla tecnologia e dai media digitali. Divenuti oramai una parte stabile e costante del quotidiano degli individui, non possono pertanto rimanere fuori dai contesti sociali scolastici e dai contesti formativi formali ed informali.
Per questo motivo è fondamentale soffermarci su come il contesto digitale possa influenzare l’apprendimento dalla scuola primaria, alla secondaria. Fondamentale punto di riflessione è l’influenza che il contesto digitale può causare in modo negativo se non controllato e ponderato e come al contrario: possa essere un supporto positivo all’inclusione ed all’integrazione se gestiti in una ottica educativa ben pianificata e strutturata.
E facile notare come negli ultimi anni il processo di diffusione delle tecnologie nelle scuole ha avuto un enorme spinta in avanti. La tecnologia ha immesso nel campo dell’istruzione una serie di applicazioni altamente adattevoli e di facile utilizzo e questo ha fatto sì che anche gli utenti “non specializzati” potessero accedervi.
Fondamentale in questo processo di diffusione della tecnologia all’interno del “mondo scuola” sono i sempre più numerosi progetti ministeriali, locali ed europei che con una specifica volontà normativa e operativa si muovono anch’essi nella direzione di favorire l’introduzione delle nuove tecnologie nei processi educativi.
Nascono in questo contesto tecnologico nuovi modi di fare lezione e di trasmettere istruzione.
Un esempio che possiamo proporre è la Flipped Lesson che spiegata in parole molto semplici e concise è la modalità di insegnamento in aula in cui i tempi e i modi di lavoro si invertono. Importante è specificare e comprendere che non è di per sé la classe che trova questa sorta di “capovolgimento” ma al contrario è la normalità dello schema di lavoro in classe che viene “capovolta”.
Nel caso delle “Flipped Classroom” la rivoluzione è proprio nel diverso modo in cui il docente formatore eroga e propone i contenuti agli studenti ma anche nel diverso modo di articolare i tempi dell’apprendimento.
Fornire materiali didattici mirati e selezionati, con una predisposizione concettuale e di programmazione da parte dell’insegnante diventa il concetto cardine di questa metodologia di insegnamento. L’insegnante ha libertà di selezionare materiale video, risorse multimediali, libri cartacei o e-book che possano trattare in maniera mirata e adeguata i contenuti. Questa predisposizione concettuale e di programmazione da parte dell’insegnante nel fornire questi materiali diventa fondamentale per comprendere che in questo modo l’aula può diventare un luogo in cui gli studenti come gruppo di incontro possano entrarvi con una formazione derivante dai materiali didattici fornitigli già esistente. Questo ovviamente in linea di massima teorica. Deve innescarsi un procedimento di formazione che porti effettivamente la nostra società scolastica ad entrare in questa ottica.
Se riuscissimo a sviluppare questo concetto in modo attivo l’insegnante in aula avrebbe la possibilità di poter adottare un ruolo maggiormente attivo e concentrarsi sulle attività applicative: esercitazioni, dibattiti attivi, attività di approfondimento.
L’insegnante diventerebbe un elemento di guida e di accompagnamento nello sviluppo del gruppo classe e del singolo individuo per favorirne lo sviluppo e l’estensione delle sue conoscenze ed allo stesso tempo aiutarlo a trasformare quelle conoscenze in capacità concrete.
E’ importante focalizzarci sull’importanza che per questa nuova concezione di metodologia dell’insegnamento diventa indispensabile e fulcro l’ausilio dell’informatica. Internet diventa la parte attiva e il mezzo di trasmissione dell’informazione e dell’inculturazione. Agli studenti viene dato l’accesso al materiale didattico proprio grazie ad internet ed alle tecnologie da esso derivanti. Gli studenti si attivano, visionano e consultano il materiale fornitogli e visionano anche le video-lezioni online.
Il docente è quindi la guida che in classe accompagna all’approfondimento ed al confronto attivo delle tematiche individuate, sulla base di una già conoscenza del gruppo classe.
“I lavori di gruppo, il peer learning, lo spaced learning, la didattica laboratoriale e in generale tutte le attività che si riescono a organizzare in classe permettono agli studenti di confrontarsi tra loro, di valorizzare la propria individualità e di sperimentare diversi ruoli all’interno di un gruppo”
- Maglioni, F. Biscaro, La classe capovolta. Innovare la didattica con il flipped classroom, Erickson 2014
di Luca Baldoni