La terza ondata della pandemia è arrivata e la scuola è di nuovo sull’orlo di una crisi di nervi. Avremmo voluto aspettarci che almeno dal mondo della formazione si potesse avere la dimostrazione di quello che si dice imparare dal passato, facendo tesoro dell’esperienza e, perché no, degli errori. Invece ci troviamo a costatare che alla terza (ondata) canta il gallo. Si, perché a stare alle notizie che provengono dalle varie regioni, sulla chiusura degli istituti si sta andando in ordine sparso e tra mille polemiche, mentre sulla Dad è allarme continuo per i disagi e i ventilati limiti per la formazione. Ma non bastassero i soliti, vecchi problemi, sembra che se ne stiano aggiungendo altri. Per esempio è ancora in corso la protesta per la sospensione del congedo parentale per assistere i figli che studiano a casa in Dad, mentre non si è ancora sopito il caos suscitato dalla comunicazione dell’ex sottosegretario alla scuola, relativamente all’apertura delle scuole per i figli dei medici. Il ministro dell’istruzione Bianchi sembrava fosse partito con il piede giusto ma evidentemente nonostante la gravità della situazione, fermo restando che i problemi da affrontare siano davvero tanti, il gusto tutto italiano per le polemiche pare non fermarsi di fronte a nulla. Per fortuna una buona notizia viene dalla campagna di vaccinazione: la somministrazione del siero tra i docenti e il personale della scuola prosegue regolarmente. Che almeno su questo fronte la scuola non sia chiamata a fare i conti con i ritardi e i disguidi che stanno rendendo irta di difficoltà la campagna nazionale. Per il resto, meglio rassegnarsi.
Alberto Barelli