Scuola in Dad, meno aiuti per le baby sitter

Fonte: Il Messaggero – 15 marzo 2021

Tutti in Dad, ma alcuni sostegni non sono per tutti. E’ un ritorno amaro alla didattica a distanza per 9 studenti italiani su 10 (oltre 7,6 milioni su 8,3 milioni) e per altrettante famiglie lavoratrici costrette a riorganizzare la giornata ma anche a farsi certi conti in tasca. Per queste famiglie un sostegno arriverà forse dopo il via libera del Cdm all’ultimo decreto Covid, che comprenderà lo smart-working per tutti quelli che hanno figli minori di 16 anni in Dad per la chiusura delle scuole. In alternativa, per chi proprio non può accedere al lavoro agile (solo per fare un esempio i dipendenti dei supermercati o i lavoratori in fabbrica) e ha figli con meno di 14 anni, ci sarà il congedo parentale Covid retribuito al 50% (retroattivi dall’1 gennaio 2021). Un problema risolto quindi a condiziona che si possa fare a meno di metà stipendio e con la speranza che lo stop si fermi al 6 aprile, dal momento che il bonus baby-sitter è destinato a una mini-platea, come i lavoratori autonomi (come liberi professionisti, artigiani e piccoli imprenditori), sanitari (anche operatori sociosanitari) e forze dell’ordine, difesa e soccorso pubblico. Si tratta di 100 euro lordi, contributi compresi. Il tam tam via twitter sottolinea che si tratta di solo 10 euro di servizio a settimana. (…)

Secondo quanto emerge dalla relazione tecnica per coprire le domande di sostegno occorrerebbero circa 145 milioni (tra marzo e agosto 2020 risultano 251.000 domande di congedo da dipendenti privati). Mentre 12 settimane di bonus baby sitter costerebbero circa 138 milioni (230.000 le richieste del bonus l’anno scorso per le categorie previste). Di qui i circa 290 milioni di fondi stanziati dal governo. Lo scorso anno il bonus è stato di 1.200 euro – 2mila per i lavoratori essenziali – per il periodo marzo-agosto, compresi dunque i mesi in cui le scuole sarebbero state chiuse comunque. Il decreto Ristori bis ha poi previsto altri 1.000 euro per il periodo dal 9 novembre al 3 dicembre. Se si confronta poi il numero di domande arrivate all’Inps, è evidente quanto il bonus baby-sitter sia considerato più appetibile dai lavoratori rispetto al congedo richiesto da una manciata di famiglie. Basta ricordare che complessivamente, nella sua prima edizione, tra marzo e agosto 2020, il bonus ha raggiunto numeri da record: oltre 1 milione di domande tra bonus baby sitter (772.010), soprattutto a favore dei nonni, e richieste di partecipazione ai centri estivi (306.163) per una spesa complessiva di 815 milioni. Numeri ben diversi rispetto ai 310.142 richiedenti il congedo Covid. Segno che non è facile rinunciare a metà stipendio. Così si spiega il grido di allarme delle famiglie. «La Dad è un incubo per molte famiglie numerose anche se, vista la situazione sanitaria, diventa inevitabile. Noi ne abbiamo aiutate 62 ad acquistare dei tablet. Ma le richieste di aiuto sono troppe, ed è impossibile soddisfarle tutte – spiega all’Adnkronos Mario Sberna, presidente dell’Associazione nazionale famiglie numerose – I dati delle famiglie numerose e povere sono aumentate del 4,5% rispetto allo scorso anno. È possibile che non arrivino aiuti concreti?». E senza baby-sitter per molti è praticamente impossibile recarsi a lavoro.

Abstract articolo di Roberta Amoruso

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