Fonte: La Stampa – 24 marzo 2021
«Lavoriamo giorno e notte per poter riaprire le scuole». Parola del ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi che ieri ha ribadito l’impegno del governo su questo fronte nel corso di una riunione in videoconferenza con l’Anci e l’Upi. Il dossier è tra le priorità del premier Mario Draghi che nella sua prima conferenza stampa, presentando il Decreto Sostegni venerdì scorso, aveva detto che appena la situazione dei contagi lo permetterà «la scuola sarà la prima attività ad essere aperta, riprendendo la frequenza almeno fino alla prima media». Il ministro Bianchi ha spiegato ai sindaci come si debba ricominciare in condizioni di sicurezza proprio «dai più piccoli». Un’urgenza che l’ex rettore dell’Università di Ferrara ha ribadito nell’ultimo Consiglio dei ministri. Bianchi è in stretto contatto con il commissario all’emergenza Francesco Paolo Figliuolo e la Protezione civile: per lavorare al potenziamento del tracciamento delle scuole attraverso un più forte raccordo con il territorio e le Asl. Tema centrale resta l’accelerazione della campagna vaccinale per il personale scolastico. Tutto dipenderà poi dai contagi, se la situazione migliorerà molte Regioni torneranno in zona arancione e potranno riaprire gli istituti. La ministra della Famiglia Elena Bonetti ha proposto, dopo Pasqua, lezioni in presenza anche in zona rossa. Un appello raccolto dalla gran parte delle forze politiche. La questione è stata al centro di un vertice a Palazzo Chigi tra il premier Draghi, il ministro della Salute Roberto Speranza e gli esponenti del Comitato tecnico scientifico Franco Locatelli e Silvio Brusaferro. Al momento però non sono state prese decisioni. Intanto è tornata a dire la sua l’ex ministra Lucia Azzolina, che nel precedente esecutivo si è trovata spesso a respingere le pressioni dell’ala rigorista: «Resto convinta che tenere chiuse le scuole sia molto rischioso. Non possiamo più ignorare le conseguenze relazionali e psicologiche che stanno vivendo giovani e bambini», ha avvertito l’esponente 5 stelle, che ha poi aggiunto: «Mi auguro si ascolti la voce delle famiglie, penso in particolare alle madri che sono costrette a dividersi tra lavoro e figli». Matteo Ricci, sindaco di Pesaro, presidente della Lega delle autonomie e coordinatore dei sindaci del Pd, ha lanciato l’idea di procedere dopo Pasqua a uno screening a tappeto per tutto il mondo scolastico. Intanto, il partito No Dad non cresce solo nella politica: le proteste organizzate dalle associazioni dei genitori si moltiplicano in tutta Italia. Ieri a Napoli si sono radunati in piazza papà e mamme, insegnanti dei nidi, operatori del trasporto. Tutti contrari alla didattica a distanza.
Abstract articolo di Luca Monticelli