Attenzione a interpretare bene il decreto relativo ai concorsi, per non penalizzare le nuove leve di insegnanti. Questo il prezioso avvertimento esternato oggi nero su bianco al ministro Brunetta attraverso una lettera pubblicata dal Corriere della Sera. Per la precisione queste le testuali parole con le quali si lancia l’avvertimento: «Una non giusta interpretazione del decreto potrebbe tagliar fuori i docenti più giovani in favore dei precari di lungo corso». Come non fossero pochi i problemi che continuano a martoriare il mondo della scuola, ci mancherebbe anche che ci si sbagliasse a intendere correttamente quanto previsto dalla normativa. Per cui cento volte grazie per il consiglio, che viene da chi se ne intende… però di errori. A farsi promotore dell’iniziativa è infatti l’ex ministro dell’istruzione Lucia Azzolina, che passerà alla storia per il concorso più disgraziato della storia della scuola. Un concorso che si è voluto ostinatamente promuovere come si ricorderà nel bel mezzo della pandemia e infatti subito sospeso, lasciando sul campo un esercito di potenziali candidati che hanno rinunciato anche a iscriversi per i problemi legati al coronavirus. Azzolina non aveva voluto sentire ragioni neppure a chi chiedeva soluzioni per permettere di superare la situazione di eterni precari a migliaia di docenti. Chissà quanto saranno contenti dell’appello di Azzolina a far si che i precari di lungo corso non scavalchino gli aspiranti giovani insegnanti. Abbiamo qualche dubbio che sia un giusto modo di impostare la questione e aggiungiamo che di tutto ha bisogno la scuola meno che di una guerra tra poveri. Ben vengano nuove condizioni per favorire l’accesso all’insegnamento dei giovani. Ma chi ha passato anni e anni a insegnare in condizioni di precariato merita che ci si faccia carico anche della loro situazione. In un paese normale non è detto che i due obiettivi debbano essere visti tra loro in contraddizione.
Alberto Barelli