La novità regalata dal governo all’Università dopo mesi e mesi di una pandemia che ha messo in croce le famiglie di mezzo paese? Sparita la voce «accesso gratuito all’università». Difficile crederci ma basta andare a leggere in rete le reazioni delle associazioni degli studenti per verificare che le cose stanno veramente così. Non solo. Non è stata aumentata nemmeno di un euro la soglia entro la quale si ha diritto alle agevolazioni per la retta di iscrizione. Per Link, il sindacato degli studenti, si tratta di «un passo indietro sul piano del diritto allo studio rispetto al precedente governo». In effetti la soglia di reddito familiare per poter ottenere l’esenzione era stata aumentata lo scorso anno a 20 mila euro. Una cifra considerata ancora bassa, tanto che si sperava in un aumento dell’asticella. Invece non solo il tetto è stato mantenuto invariato ma è stato dato un taglio netto ai fondi destinati alle borse di studio, passati da quasi un milione di euro a circa mezzo milione. E così per un maggiore numero di studenti la beffa sarà servita: ci riferiamo agli «idonei non beneficiari», cioè gli studenti che, pur rientrando tra gli aventi diritto, non ricevono un euro per l’esaurimento dei fondi. Un esercito che il prossimo anno ingrosserà le sue file. Ma forse non troppo, perché con queste politiche non ci sarà certo la corsa a iscriversi all’Università italiana, che confermerà di certo il suo triste primato. Quello delle rette più costose d’Europa.
Alberto Barelli