Fonte Corriere della Sera – 14 maggio 2021
Abstract articolo di Gianna Fregonara
Le segreterie scolastiche, i professori e gli studenti il mese scorso si erano messi al lavoro sulla piattaforma del ministero dell’Istruzione per compilare il nuovo documento che quest’anno accompagnerà l’esame di Maturità, il «Curriculum dello studente».
Ieri, durante la conferenza stampa di presentazione della relazione annuale il presidente della Corte Costituzionale Giancarlo Coraggio ha dichiarato che il Curriculum «suscita qualche giusta preoccupazione»: «C’è qualche problema nel rischio di diseguaglianza, di favorire i più ricchi, che possono mandare i figli all’estero.
Coraggio spiega di non aver ancora studiato bene il caso e ammette che è «difficile pronunciarsi per sentito dire»: «Certo da quel che si dice mi sembra che il problema e qualche giusta preoccupazione ci siano. Ma sono sicuro che se ne terrà conto, sia nel varo definitivo di questo istituto sia nella sua concreta attuazione. È possibile che leggi nascano un po’ storte e poi nella fase attuativa nelle circolari dei regolamenti trovino il loro equilibrio».
Era stato Ernesto Galli della Loggia a sollevare la questione riprendendo la protesta di duecento docenti, parlando di «una maturità un po’ classista», con il Curriculum che rispecchia «null’altro che la condizione economica della famiglia» dei singoli studenti.
Al ministero non la pensano così e cercano di sminuire la problematica. Il Curriculum è descritto come l’ultima formula — digitale — di una serie di tentativi di valorizzare le attività extrascolastiche degli adolescenti, che vanno dai crediti del ministro Giuseppe Fioroni al Portfolio della riforma Moratti. «Non è vero che le attività extrascolastiche siano per pochi: sono incluse quelle di impegno civile e sociale o di volontariato che non hanno a che fare con la disponibilità economica delle famiglie», ha replicato alle accuse di discriminazione Damiano Previtali, dirigente del ministero che segue l’applicazione del Curriculum.
I primi parziali dati mostrano che il 45% degli studenti ha compilato la parte sullo sport e sulle attività lavorative. Solo un terzo ha ottenuto certificazioni, seguono volontariato e attività artistiche.
Più che sulla costituzionalità del Curriculum presidi e insegnanti si interrogano sulla sua reale utilità. Potrà essere usato in sede d’esame per valorizzare — non valutare — il profilo dello studente. «Contiene dati utili anche ai fini dell’orientamento e dell’accesso al mondo del lavoro», si legge nella presentazione del ministero. «Non credo che servirà a molto — replica Mario Rusconi, capo dei presidi del Lazio —: i professori restano legati alla logica del voto e le università continueranno con i test di ammissione». Senza contare che quest’anno le commissioni d’esame sono composte dai professori della classe che conoscono i loro studenti e probabilmente non sfoglieranno il Curriculum.