Fonte: ItaliaOggi– 18 maggio 2021
Abstract articolo di Marco Nobilio e Alessandra Ricciardi
Numeri non se ne fanno nel Patto per la scuola sul piano straordinario di reclutamento. Eppure sono proprio i numeri che la Ragioneria generale dello stato ha voluto spulciare. La conclusione è che è stato fatto presente che il calo demografico atteso per i prossimi anni porterà invece a inevitabili tagli degli organici, peraltro già scontati nel Def, tagli che non consentono di allargare la platea dei posti da coprire.
Alla fine il piano passerà ma con il presupposto che l’autorizzazione per nuove assunzioni a cui potrebbe arrivare il ministero dell’economia sarà limitata: si parla di 7 mila nuovi posti, da aggiungere ai circa 7 mila che avanzano dal concorso straordinario bandito per 32 mila posti. In totale un pacchetto tra le 14 e 15 mila nuove assunzioni da destinare ai precari. L’altro passaggio è che saranno tutte assunzioni autorizzate già per l’anno in corso e non su tre anni come prevede la legge.
Numeri più contenuti che potrebbero alla fine far ingoiare anche il rospo di una procedura veloce, che i critici chiamano sanatoria e i proponenti concorso riservato, a M5s e Italia viva fortemente contrari all’adozione di una corsia preferenziale per i precari di lungo corso. (…)
In generale, il rapporto della spesa per istruzione sul Pil presenta un andamento gradualmente decrescente che si protrarrà per oltre un decennio.
Tale riduzione è essenzialmente determinata dal calo degli studenti indotto dalle dinamiche demografiche. Che ha come contraltare l’aumento della percentuale di ultra65enni che, sempre secondo le stime del governo, passerà gradualmente dall’attuale 23,2 della popolazione al 30% nel 2035 e a circa un terzo della popolazione dal 2040 in poi.
Insomma, è previsto un massiccio calo di alunni e ciò determinerà necessariamente anche una costante diminuzione del numero dei docenti con forti tagli agli organici.