Fonte: Il Sole 24 Ore – 24 giugno 2021
Abstract articolo di Eu.B.
Come è avvenuto per la scuola con il concorso semplificato STEM, anche l’università sta per avere il suo antipasto di Pnrr. Dalla Camera, infatti, è giunto ieri il primo sì al disegno di legge sulle lauree abilitanti che è stato avviato dal governo precedente e che è stato incluso dall’esecutivo di Mario Draghi tra le riforme del Piano nazionale di ripresa e resilienza.
Per accelerare l’accesso dei giovani alle professioni regolamentate il testo al vaglio del Senato elimina l’esame di Stato e fa coincidere l’abilitazione con la discussione della tesi in modalità rafforzata, cioè arricchita da una prova pratica alla presenza dei rappresentanti degli Ordini.
Per un gruppo più ampio di figure. Infatti a odontoiatri, farmacisti, veterinari e psicologi (con un regime transitorio ad hoc) si aggiungono fisici, chimici e biologi.
Il vero banco di prova per il suo impatto avverrà solo in una seconda fase. Quando anche gli altri ordini (esclusi quelli che hanno un tirocinio Post Lauream come notai, commercialisti, avvocati) potranno adottare iniziative analoghe. Confermato infine il valore abilitante delle lauree professionalizzanti tecniche per l’esercizio delle professioni di geometra, agrotecnico, perito agrario e perito industriale.
Soddisfatta per il primo ok parlamentare la ministra Cristina Messa:
«Quello di oggi (ieri, ndr) è un segnale concreto del fatto che con le Camere si sta lavorando bene, e insieme, perché le riforme che servono al mondo dell’università e della ricerca siano definite e approvate il prima possibile».