‘La matematica non è un’opinione’ recita la massima ma la guerra di cifre sulle immissioni in ruolo dimostra che evidentemente la scuola fa eccezione. Incredibile ma vero, proprio quando ci si trova a fare i conti rispetto al mondo della formazione, cioè il luogo in cui la matematica viene insegnata, si assiste a un balletto di cifre e contro-cifre, che rende impossibile tirare le somme. Ancora più assurdo è che a sbagliare non siano giovanissimi studenti alle prime armi ma coloro che siedono sui banchi del governo, avendo il compito di amministrare e dare indirizzi certi.
Guerra dei numeri
La realtà dei fatti è che sulla questione della coperture delle cattedre i conti proprio non tornano, come stanno denunciando i sindacati. Vediamo le cifre o meglio, vista la situazione, proviamo a capirci qualcosa. Stando al Ministero dell’Economia e delle Finanze i posti autorizzati per le immissioni in ruolo sono 112.473. Ottima cosa se fosse tutto vero, perché un tale numero permetterebbe di veder garantita la copertura delle cattedre. Peccato che stando alle comunicazioni del governo le assunzioni dovrebbero essere circa 75mila. Arcipeccato che secondo i sindacati si arriverà a meno di 50mila. Stando alle stime di CGIL e UIL, le cattedre scoperte alla fine potrebbero essere la bellezza di 40mila. Il quadro si fa più nero, se avesse ragione il presidente di Anief, Marcello Pacifico: “Dei 112 mila posti saranno autorizzati solo 45mila – spiega – e di questi 45mila posti avremo soltanto 20mila immissioni in ruolo”. Per Pacifico il Decreto “fa acqua da tutte le parti: abbiamo firmato un Patto per la scuola e adesso la montagna ha partorito il topolino”. E lo bolla come “ridicolo”. Ridicolo è che si parli di centomila, quarantacinquemila, ventimila assunzioni come fossero noccioline. Chi vivrà vedrà, come si dice. Intanto, per sdrammatizzare, possiamo aprire le scommesse.
Direttore Dott. Alberto Barelli