Non bastano gli slogan per governare la scuola. Soprattutto nel momento storicamente più difficile, determinato dall’emergenza sanitaria. Invece, alla luce del disvelamento del Piano per la scuola (alleluja!), per i sindacati è chiaro che in materia di potenziamento dei trasporti ed eliminazione delle classi pollaio non si è andati al di là dei proclami.
L’ALLARME DEI PRESIDI
A poco più di un mese dall’apertura del nuovo anno scolastico su questi fronti nulla è stato fatto e la realtà è una sola. Se si dovrà realmente osservare il distanziamento di un metro, sono poche le scuole che potranno far tornare gli studenti in classe. E così nella stampa e nei social rimbalzano le parole del presidente dell’associazione dei presidi Giannelli: “Dad inevitabile se non sarà possibile assicurare il distanziamento per le note carenze di spazi e di personale, oltre che per quelle del trasporto pubblico locale”. Lo stesso allarme è venuto ieri dall’Associazione nazionale dei comuni italiani.
INCERTEZZA SUL DISTANZIAMENTO
Di fronte alla gestione degli interventi in materia di istruzione emerge una triste realtà: la burocrazia continua a farla da padrone. La tanto annunciata presentazione del piano per la scuola si è risolta solo in un annuncio. Ora dovrà seguire l’iter per l’approvazione. E i versi non sono belli, se si sta al giro di parole del testo con le indicazioni licenziato dal Comitato tecnico scientifico. Il famoso distanziamento dovrebbe essere la misura imprescindibile per il ritorno sui banchi. Ma chi se la sente di dire che le cose stanno così, dopo aver letto cosa è scritto al riguardo? Leggere per credere: “Laddove non sia possibile mantenere il distanziamento fisico per la riapertura delle scuole, resta fondamentale mantenere le altre misure non farmacologiche di prevenzione, ivi incluso l’obbligo di indossare nei locali chiusi mascherine di tipo chirurgico”. Insomma, il distanziamento è obbligatorio o no? Chi ci capisce qualcosa è bravo. Noi ci arrendiamo.
Direttore Dott. Alberto Barelli