Inizia male l’anno scolastico per centinai di insegnati che hanno superato il concorso aggiudicandosi la tanto sospirata cattedra. Anzi, il rischio è che non inizi proprio.
Il 1 settembre avrebbe dovuto essere uno di quei giorni da ricordare, segnando una data importante della vita: niente di meno che l’inserimento a tutti gli effetti nell’organico scolastico. Invece sarà un giorno tutto da dimenticare, come piuttosto un brutto pesce da primo aprile.
TERMINI GRADUATORIA SCADUTI
Arrivati alla fatidica scadenza, ci si è accorti che non si è proceduto in tempo utile per chi ha superato il concorso alla pubblicazione delle graduatorie. Il problema è che la normativa è che senza l’inserimento in graduatoria entro il 1 settembre non è possibile l’assegnazione della cattedra.
Come è stato possibile? Presto detto: la Regione Lazio, causa (prevedibile) ingolfamento dovuto a un carico di lavoro abnorme visto la ristrettezza di tempo, non è riuscita a registrare e pubblicare la graduatoria di merito entro il termine ultimo per l’inserimento in organico dei nuovi docenti.
Siccome i mali non vengono mai soli oltre a malcapitati “neoinsegnanti” del Lazio, che costituiscono già per se stessi un numero corposo, a essere beffati sono anche i colleghi delle regioni del centro Italia. Per le graduatorie dipendono infatti dalla capitale anche Marche, Abruzzo, Toscana, Umbria e per non farci mancare niente anche la Sardegna.
ALLARME NON ASCOLTATO
A fare arrabbiare i diretti interessati è il fatto che da settimane in molti avevano sollevato il problema. Ma al Ministero se ne sono semplicemente lavati le mani.
E così si è arrivati a all’epilogo più nero, per quanto sembrasse incredibile che si potesse arrivare all’irreparabile.
Ora che il peggio si è verificato, qualcuno pare essersi svegliato. Non al Ministero ma tra i membri del Parlamento. Vari esponenti di partito si stanno mobilitando per una soluzione fuori tempo massimo. Solo con l’approvazione di norme ad hoc sarà possibile riparare al disastro ed è quello che non ci resta che augurare alle vittime della “malascuola”.
Se i vincitori del concorso, salvo miracoli, perderanno un anno, migliaia di studenti si ritroveranno senza insegnanti. Ci mancava solo questa. Incrociamo le dita perché tutto si risolva.
Non perdiamo invece tempo anche solo a pensare alla richiesta che i responsabili della situazione paghino per i danni provocati. Anche perché dovrebbe cadere un bel po’ di teste di quelle che contano.
Alberto Barelli