A SCUOLA DI BUROCRATESE

“Continuano a pervenire lamentele, con annesse diffide e intimazioni, con cui non pochi docenti si dolgono di mancati riscontri a precedenti istanze presentate 3/4 giorni addietro, a tacere del fatto che altri aspiranti pretendono risposte ad horas ovvero “assegnano” allo scrivente ufficio un termine di tre, qualcun altro più clemente, cinque giorni allo scadere dei quali paventano azioni legali”.

Non proprio un testo allegro quello redatto (tale termine si confà al caso) dall’Ufficio Scolastico di Avellino, per rispondere alle numerose proteste pervenute.

Evidentemente neppure la pandemia ha contribuito a liberarci di un un po’ di burocratese. Ma veniamo all’oggetto in questione, che è appunto il gran numero di problemi riscontrati nelle assegnazioni degli incarichi da parte degli aspiranti supplenti. Se riportiamo il caso di Avellino, è ovviamente perché lo stesso sta avvenendo in tutta Italia.

L’Ufficio Scolastico, pur se viene riconosciuta la possibilità di errori del sistema o nella registrazione delle pratiche, non ha mancato di sottolineare che in molti casi le istanze erano state formulate male.

Ma ecco come ce lo comunica:

“A mero titolo esemplificativo viene data priorità, nell’ambito delle graduatorie incrociate, alla classe comune e poi a quella di sostegno; il docente che ha inserito la scuola può vedersi assegnato quell’istituto specifico reclamato, invece, da chi pur occupando una posizione successiva in graduatoria ha inserito i comuni ovvero i distretti, in disparte la circostanza che i numerosi docenti che affermano di essere stati scavalcati da altri che occupano una posizione più arretrata in graduatoria, non hanno ottenuto il posto reclamato perché è scattata la riserva ovvero il beneficio della l.104”.

Da queste righe appare chiaro quello che ci sembra il punto della situazione: non sarà che si incorre in tanti errori perché l’iter è un po’ troppo complicato?

Che si tratti di errori compiuti al momento della presentazione delle domande o di trascrizioni errate dei dati o dei limiti della piattaforma, il nodo ci sembra questo. Quanto si dovrà attendere perché si arrivi a partorire una piattaforma più semplice e intuitiva?

Tutti ne trarrebbero benefici: chi deve inserire i dati, chi deve elaborarli, chi deve poi inviare le assegnazioni. In ultimo avremmo più supplenti in cattedra e, magari, ci sarebbe risparmiata anche una dose di burocratese.

Direttore Dott. Alberto Barelli

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