E’ proprio vero che un’immagine può dire molto più di mille parole. Nel caso della fotografia che immortala i famigerati banchi a rotelle accatastati verso la discarica, invece di mille possiamo parlare di diecimila parole.
Tanti sono stati infatti gli strali lanciati, a nostro avviso giustamente, contro un’invenzione inutile, costata alla comunità una montagna di soldi. Una brutta pagina della scuola italiana che gridava vendetta. E così è stato, arrivando nel modo più efficace.
IL SIMBOLO DELLO SPRECO
Quei banchi ammassati nel cassone con destinazione rottamazione in quel di Venezia resteranno nella storia italiana come simbolo di spreco. La notizia ha fatto il giro del mondo ma c’è da chiedersi quanti banchi abbiano fatto, se non la stessa, comunque una fine altrettanto ingloriosa. Ben che vada sono stati chiusi in qualche deposito, dove in alcuni casi erano finiti subito dopo l’arrivo.
Molti presidi ne avevano deciso la rimozione, in seguito alle segnalazioni di mal di schiena accusati da numerosi alunni. Nel caso in questione, la motivazione del preside che ha deciso di disfarsene è che tra l’altro sono infiammabili. Si, pare proprio che li abbiano progettati male. Quindi, oltre che inutili, pure dannosi e pericolosi.
Dopo la divulgazione del fattaccio, si è aperta una polemica tra l’istituto che si è disfatto dei banchi e l’ex struttura commissariale per l’emergenza Covid, guidata da Domenico Arcuri. Non ci interessa entrare nel merito. Il punto è che in piena emergenza sanitaria, con tutti gli interventi da attivare per fare fronte alla situazione, si è andati a spendere milioni per un qualcosa apparso subito privo di senso.
Chiudiamo registrando, a titolo di cronaca, che l’ex ministro Lucia Azzolina ha annunciato una interrogazione sulla rottamazione. Ma non farebbe meglio a glissare?
Direttore Dott. Alberto Barelli