Maturità 2022: orale più tesina
La maturità 2022 sarà quella della svolta? Sembra proprio di si. Certo è che molto si sta dibattendo sul tema, dopo che il Ministro Bianchi ha annunciato la convinzione di riformare la prova, confermando le modalità degli ultimi due anni. Cioè una prova solo orale, più una tesina da presentarsi prima dello svolgimento dell’esame.
I motivi che hanno portato a questa ipotesi sono chiari: l’emergenza Covid, vissuta con innumerevoli disagi anche dagli studenti che stanno frequentando il V anno, ha senz’altro lasciato il segno e non si vuole che siano gli studenti a farne le spese, penalizzandoli.
Secondo le prime indiscrezioni il Ministro Bianchi vorrebbe rafforzare la vis dell’elaborato, andando a strutturare una tesina più corposa ed approfondita, prevalentemente concordata coi membri interni della Commissione esaminatrice.
In sede d’esame, si procederà ad un maxi orale suddiviso in quattro parti.
Per tornare alla normalità servirà tempo; si opterà, quindi, per un maxi orale, elaborato, commissione interna e presidente esterno.
L’ unica novità potrebbe essere la possibilità di svolgere il tema in italiano, che al momento sembra solo un’ipotesi remota.
Insegnare alla primaria con 60 cfu: forse sarà possibile.
Altra importante tematica su cui molto si sta dibattendo è la possibilità di insegnare alla primaria acquisendo questi ulteriori 60 cfu.
Per i nuovi laureati, in possesso del titolo per insegnare alla scuola primaria e scuola d’Infanzia, potrebbe essere possibile partecipare ai concorsi ordinari banditi nel prossimo futuro.
I partiti politici hanno stilato alcune proposte in merito: c’è gran fermento fra le forze politiche, ciascuna delle quali ha la propria ricetta risolutiva.
Tutto passa dell’abilitazione all’insegnamento e poi inevitabilmente dal concorso ordinario per il ruolo.
L posizione dell’ex ministra dell’Istruzione Azzolina era semplice e lineare: titolo di studio, concorso ordinario biennale e quindi poi il ruolo.
La proposta della Lega è quella del sen. Pittoni, che da anni spinge per la riesumazione dei PAS (Percorsi Abilitanti Speciali), una sorta di corso post universitario annuale o biennale, ancora non è chiaro, per conseguire l’abilitazione.
La proposta del ministro Bianchi è un po’ diversa: introdurrebbe i 60 CFU (al posto degli attuali 24) abilitanti da conseguire successivamente al conseguimento della laurea quinquennale (3+2).
Le ricette di Pittoni e di Bianchi passano inevitabilmente dal concorso ordinario per poi avere il ruolo.
I concorsi dovrebbero avere cadenza biennale e i posti messi a bando serviranno in parte per coprire i pensionamenti e in parte per combattere il precariato scolastico.
Staremo a vedere l’evolversi delle situazioni per capirci di più ma anche in questo caso una riforma è senza dubbio all’orizzonte.
Dott.ssa Chiara Pasqui