La scuola è al centro di una svolta storica nel diritto di cittadinanza.
Se la proposta di legge approdata in commissione Affari costituzionali sarà approvata dal Parlamento i figli di immigrati otterranno la cittadinanza italiana dopo aver frequentato cinque anni di scuola.
LA SCUOLA COME FATTORE DI INTEGRAZIONE
La proposta di modifica della legge sulla cittadinanza rappresenta un approccio ben diverso da quello che è alla base dello ius soli, respinto solo qualche anno fa.
L’aspetto da evidenziare, che è stato infatti sottolineato dal presidente della commissione Giuseppe Brescia, è il ruolo di promotore dell’integrazione svolto dalla scuola.
“Credo che il modello dello ius scholae possa trovare un consenso largo, anche perché mette al centro il valore della scuola, il ruolo dei nostri insegnanti. – spiega Brescia – È in classe che si costruisce la cittadinanza, l’appartenenza a una comunità. Ho lavorato su questo testo semplice che può essere approvato già in questa legislatura”.
OTTOCENTOMILA I RAGAZZI INTERESSATI
Sono quasi un milione i figli degli immigrati che potranno ottenere la cittadinanza dopo aver frequentato regolarmente la scuola italiana. Per l’esattezza di tratta di ottocentomila.
Tra questi, come è stato fatto osservare in riferimento al tragico conflitto che l’Euro si trova alle porte di casa. Ci sono circa ventimila bambini provenienti dall’Ucraina e questo è un tasto su cui i promotori stanno facendo leva.
Direttore Dott. Alberto Barelli