Bocciata praticamente da tutti i partiti e dai sindacati della scuola la riforma di reclutamento dei docenti. Se quindi vi state scervellando per cercare di capire in cosa consisterà il muovo percorso potete tranquillamente soprassedere, in attesa di vedere come andrà a finire.
Non solo per ora esiste unicamente una linea guida di massima ma in Parlamento la riforma potrebbe essere stravolta.
I vari gruppo parlamentari, che già sono al lavoro per avanzare correzioni, faranno a gara per farsi interpreti delle istanze che stanno avanzando insegnanti e sindacati. Per cui le modifiche al progetto potrebbero essere anche consistenti.
Intanto proprio i sindacati sono sempre più sul piede di guerra.
Sono decisi a ottenere un ripensamento del Governo sui tanti lati della riforma che non convincono.
E’ contestato il fatto che per l’insegnamento ora serve anche l’abilitazione. Non piace proprio che senza abilitazione non sarà possibile ottenere assunzioni a tempo indeterminato.
Più in generale l’intero percorso viene giudicato troppo complicato, anche per l’introduzione sia di prove di accesso che test finali, previste non solo per i percorsi abilitanti ma anche al termine dell’anno di prova.
La nota dolente del progetto è che non sono più previste quote riservate ai precari che hanno alle spalle tre anni di servizio.
Tutti gli occhi ora sono quindi puntati sul braccio di ferro in atto, che vede comunque il ministro Bianchi abbastanza isolato nel difendere la riforma. Una cosa è certa: si potrà essere sicuri del contenuto della riforma solo una volta che il decreto sarà approvato definitivamente e pubblicato in Gazzetta Ufficiale.
Direttore Dott. Alberto Barelli