SCUOLE ATTIVE PER COMBATTERLA
Martedì 17 maggio si è celebrata la giornata internazionale contro l’omofobia la bifobia e la transfobia e il ministero dell’Istruzione ha inviato a tutte le scuole italiane di ogni ordine e grado una circolare per “creare occasioni di approfondimento con i propri studenti sui temi legati alle discriminazioni, al rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali”.
Un provvedimento che ha fatto andare su tutte le furie Fratelli d’Italia, che ha colto al balzo l’occasione per sollevare un polverone e ribadire la propria contrarietà a qualsiasi iniziativa che, secondo il partito della Meloni, promuove “l’ideologia gender”.
“Sconcertante la circolare del ministero dell’Istruzione guidato da Patrizio Bianchi con la quale si invitano le scuole di ogni ordine e grado a celebrare la ‘Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia”.
“Un tentativo inaccettabile di far rientrare dalla finestra quello che il Parlamento italiano ha fatto uscire dalla porta: il ddl Zan”.
“La circolare del Ministero dell’Istruzione, che invita i docenti di ogni ordine e grado a organizzare percorsi di sensibilizzazione in occasione della Giornata Internazionale contro l’omolesbobitransfobia, è la migliore risposta a chi sparge odio e cerca a tutti i costi di tenere l’Italia ostaggio di oscurantismo e arretratezza culturale”.
Le destre sono insorte, gridando allo scandalo.
L’unico vero scandalo è chi vorrebbe insegnare invece la discriminazione ai nostri ragazzi e alle nostre ragazze, chi vorrebbe deturpare la loro naturale propensione all’apertura verso il mondo e alla sua meravigliosa varietà con un concetto gerarchico di essere umano, dove alcuni sono meno umani degli altri, e quindi non possono godere degli stessi diritti.
“È osceno che protestino verso questa iniziativa del Ministero, che si fonda, come ricorda la stessa circolare, sull’articolo 3 della nostra Costituzione”.
Scrive su Facebook la senatrice Alessandra Maiorino, coordinatrice del comitato per le politiche di genere e per i diritti civili del M5s.
La vita delle persone lgbt tra i banchi di scuola è spesso una condanna al silenzio.
C’è una barriera tra loro e il mondo esterno, un vetro sottile che frena la spontaneità degli adolescenti per evitare che gli altri si accorgano del «segreto».
Il bullismo è violenza fisica, verbale o psicologica e non è un conflitto tra coetanei.
Qui non si manifestano le proprie ragioni, non si tenta una mediazione.
Gli episodi di bullismo prevedono una sproporzione di forze tra i bulli (si agisce quasi sempre in gruppo) e la persona bersaglio; l’intenzione di fare del male è palese.
I bulli che aggrediscono non motivano mai il loro agire sulla base di «ciò che l’altro fa», ma colpiscono «ciò che l’altro è». «L’ho picchiato perché è gay».
La paralisi in un paese in cui nelle scuole italiane gli insegnanti hanno difficoltà a interpretare il senso profondo della parola conoscenza, quella che si apre al rispetto e alla valorizzazione di tutte le differenze, che non sono solo di razza o religione, ma anche di identità di genere e di orientamento sessuale.
E se, oltre studenti e professori, i progetti anti-omofobia coinvolgessero i nostri parlamentari?
Dott.ssa Gaia Lupattelli