Sarà un percorso lungo, complicato e pieno di vincoli quello previsto dal nuovo progetto di formazione per il reclutamento dei docenti. Salvo sorprese, ossia modifiche sostanziali in sede di approvazione definitiva da parte del Senato, questo è il regalo del ministro Bianchi.
Unico lato positivo è che i 24 CFU restano validi: saranno infatti considerati parte integrante del monte complessivo dei crediti necessari per il conseguimento dei percorsi abilitanti. Un progetto che, a poche ore dalla sua presentazione, ha subito creato malumori non solo tra gli aspiranti docenti ma anche da parte dei sindacati.
La riforma prevede un tirocinio diretto presso le scuole, per il quale sarà necessario superare una selezione in ingresso. Il percorso dovrà essere conseguito in presenza, con una deroga relativa a soli 20 cfu, che potranno essere conseguiti in modalità on line. I 60 CFU, relativi all’acquisizione delle competenze pedagogiche, didattiche e soprattutto della didattica innovativa, dovranno essere conseguiti anche per accedere ai concorsi.
I 24 CFU RESTANO VALIDI
La riforma prevede la possibilità per i candidati dei concorsi a cattedra di conseguire 30 o 24 cfu entro il 2024, per dover poi ottenere soltanto i restanti crediti una volta superato il concorso a cattedra.
Una fase di transizione di cui approfittare prima dell’entrata a regime del nuovo sistema, che avverrà tra il 2025 e il 2026.
Previsto inoltre per i docenti già in servizio un sistema di formazione, consistente in un percorso triennale, aggiuntivo a quello attivato con la riforma Renzi. La partecipazione sarà volontaria e la conclusione della formazione darà diritto a un premio in denaro. A tal fine è prevista l’istituzione di una Scuola di alta formazione.
Resta valida la Carta del docente almeno fino al 2024.
Tale importo può quindi essere impiegato per i corsi di formazione, per i quali la maggior parte dei docenti si sta rivolgendo all’università telematica eCampus.
Direttore Dott. Alberto Barelli