L’educazione, diritto negato da guerre e povertà
Troppo spesso, in situazioni di crisi, l’istruzione è tra i primi servizi a essere sospesi e tra gli ultimi a riprendere.
Quante emozioni in questi giorni di esami di maturità.
Per chi li vive da protagonista, ma pure per chi li ha vissuti molti anni prima e puntualmente, in questo periodo dell’anno, torna con la memoria a quell’esperienza che ha rappresentato un passaggio fondamentale nel cammino verso l’età adulta, quella delle scelte decisive.
Per due anni, a causa della pandemia da Covid-19, gli esami di maturità hanno subito in Italia uno stravolgimento con la cancellazione delle prove scritte.
Sono invece tornate quest’anno a sottolineare la spinta verso il ritorno alla normalità. Guerre ma non solo.
Il conflitto in corso nell’est dell’Ucraina ha causato, dal 1° settembre a oggi, la chiusura di 147 scuole e l’interruzione delle lezioni per almeno 50.000 bambini nella provincia di Donetsk, epicentro dei combattimenti.
Molte scuole sono state danneggiate e altre sono ancora chiuse per problemi di sicurezza. Nelle aree controllate dal governo di Kiev, sono 187 gli istituti scolastici danneggiati o distrutti.
Nel Corno d’Africa, colpito dalla siccità – la peggiore da 40 anni –, la mancanza d’acqua ha costretto molte scuole a chiudere.
E dove non hanno chiuso, molti ragazzi hanno lasciato la scuola alla ricerca di un lavoro per aiutare le proprie famiglie sempre più messe alle strette da una carestia devastante.
In Afghanistan le donne non possono istruirsi se non in modo clandestino, rischiando per questo “atto di ribellione” minacce, atrocità e perfino la vita.
Ancora una volta sono i più deboli, coloro che hanno meno mezzi per difendersi a subire le conseguenze nefaste del cambiamento climatico, che qualcuno ancora si ostina a non riconoscere come un’emergenza da affrontare senza indugi per il bene dell’umanità.
“Di fatto – scriveva il Papa nella Laudato si’ già 7 anni fa – il deterioramento dell’ambiente e quello della società colpiscono in modo speciale i più deboli del pianeta: “Tanto l’esperienza comune della vita ordinaria quanto la ricerca scientifica dimostrano che gli effetti più gravi di tutte le aggressioni ambientali li subisce la gente più povera”.
Assicurare l’accesso all’istruzione può fare la differenza tra il senso di speranza o di disperazione per milioni di piccoli.
Dottoressa Gaia Lupattelli