In Italia siamo ancora indietro
Sì all’educazione sessuale a scuola. Ben 9 ragazzi su 10 pensano che sia essenziale: è quanto emerge da un’indagine curata dall’Osservatorio nazionale infanzia e adolescenza della Federazione italiana di sessuologia scientifica (Fiss). Condotta sui canali di Skuola.net, cui hanno partecipato 3.500 ragazzi.
“Un po’ per curiosità, un po’ per bisogno, i ragazzi mostrano interesse verso corsi o incontri di educazione sessuale negli ambienti scolastici”, ma “quasi la metà non ha mai affrontato il tema”.
Una maggiore consapevolezza sullo sviluppo psico-relazionale e sessuale, proprio e altrui, permette uno sviluppo individuale più sereno.
L’educazione sessuale, pertanto, può essere attualmente intesa come un progetto educativo generale di sviluppo della personalità nella sua globalità e delle potenzialità di ognuno.
L’educazione sessuale nelle scuole si pone pertanto il compito di:
- favorire il rispetto del proprio e altrui corpo, entrambi in continuo cambiamento e trasformazione in quella specifica fase di vita;
- favorire la riduzione di attività sessuali non protette, attraverso la conoscenza e l’uso delle precauzioni, con l’obiettivo di ridurre il rischio di contrarre malattie sessualmente trasmissibili e di incorrere in gravidanze non desiderate;
- costruire relazioni basate sul rispetto reciproco, nonostante le diversità individuali;
- evitare la creazione di modelli relazionali rigidi e stereotipati.
L’obiettivo è quello di fornire corrette informazioni biologiche associate a un’educazione socio-affettiva che permetta di conoscere non solo l’anatomia degli organi sessuali, ma anche le funzioni relazionali e sociali ad esse correlate.
Il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi ha annunciato che:
l’educazione sessuale avrà un ruolo cardine nelle Scuole Italiane affermando che “bisogna educarsi agli affetti ma anche al sesso, che è parte della nostra vita”.
Preparare i giovani al rispetto reciproco ed educarli all’amore.
Dott.ssa Gaia Lupattelli