Non è vero che la matematica non sia un opinione.
Ce lo insegna la polemica innescatasi in questi giorni sul piano di ridimensionamento scolastico.
E a tremare è anche il principio che 2 più 2 faccia quattro.
Non nel senso che non sia vero, ma che può essere un’impresa mettersi d’accordo sull’individuazioni dei fattori.
Lo scontro tra Governo e sindacati sui tagli all’istituto e dei dirigenti scolastici sta evidenziando infatti un problema a monte: non c’è verso di arrivare a essere d’accordo nemmeno sui numeri dell’entità dell’intervento.
A sollevare il problema è Antonello Giannelli, presidente nazionale dell’Associazione nazionale presidi: “È necessario che il Ministero dell’Istruzione e del Merito intervenga per chiarire bene le modalità attuative del piano di riorganizzazione della rete scolastica e, in particolare, l’effettiva consistenza dell’organico dei dirigenti scolastici”.
Tradotto: venga chiarito di che numeri si sta parlando.
Dalla successiva dichiarazione possiamo comprendere la causa dei fraintendimenti. “Una delle tabelle allegate alla relazione tecnica sull’articolo 99 del Disegno di Legge di Bilancio 2023 – spiega Giannelli – sta creando un ingiustificato allarme tra addetti ai lavori e organi di stampa, forse a causa di una lettura non corretta”.
A giocare un ruolo chiave è insomma ancora lei: sua maestà la burocrazia.
Lo stesso ingarbugliamento di numeri e norme si ripete per i tagli agli istituti scolastici.
Il ministro ritiene ingiustificato l’allarme e spiega: “Sul tema del dimensionamento scolastico vorrei precisare che le scelte del dicastero vanno nella doppia direzione di mitigare gli effetti delle normative precedenti e di osservare i vincoli dell’Europa in attuazione del PNRR”.
Ma i sindacati sono di tutt’altro avviso.
Il segretario generale della Flc Cgil, Francesco Sinopoli è netto: “Già nei prossimi due anni potremmo assistere alla scomparsa di oltre 700 istituti, un “risultato” al quale si arriva innalzando gli attuali parametri minimi per la costituzione delle autonomie scolastiche che passano da 600 a 900-1.000 alunni.
In questo modo verranno ridotti i posti di organico di oltre 1.400 dirigenti scolastici e Dsga.
E la riduzione è destinata inesorabilmente ad aumentare nel tempo, fino all’anno scolastico 2031/2032, quando le autonomie scolastiche passeranno dalle attuali 8.136 a 6.885.” “Di fronte a questa situazione – conclude Sinopoli – non possiamo che preannunciare una forte mobilitazione della categoria”.
La polemica è quindi destinata a salire.
Speriamo aumenti anche la chiarezza sull’oggetto del contendere.
Alberto Barelli