Tutta colpa dell’algoritmo.
Il colpevole del caos nelle assegnazioni delle supplenze che sta mandando in tilt la scuola italiana è stato individuato.
Ma la brutta notizia è che, scoperta la causa, non se ne viene lo stesso a capo.
E la gestione delle nomine degli insegnati continua così a essere l’incubo delle segreterie.
Il sistema resta inceppato dall’inizio dell’anno scolastico e non c’è verso di risolvere l’inghippo.
Il micidiale algoritmo sembra più resistente del Coronavirus, tanto che la faccenda ha incuriosito gli esperti di WIRED, la prestigiosa rivista dedicata alle nuove tecnologie.
CINQUE MILIONI SPESI MALE
Del resto se già il nome è complicato, Nrmp (che sta per National resident matcing program match), figuriamoci che groviglio la sua programmazione.
Appena si sono presentati i primi problemi, cioè già all’indomani della chiusura del termine per la presentazione delle domande, si è capito subito che non poteva trattarsi di una cosa semplice.
Infatti il Ministero dell’istruzione sta cercando di ricorrere ai ripari da ben tre mesi.
E pensare che per questo sistema di gestione delle domande per le supplenze è stata sborsata la bellezza di cinque milioni e trecentomila euro.
Se veniva assunto un esercito di scrivani si spendeva meno e si ottenevano migliori risultati.
Armarsi di calcolatrice e penna resta la soluzione per i funzionari delle segreterie provinciali, costretti a ricalcolare a mano i punteggi dei candidati.
MIGLIAIA DI ERRORI
Un numero solo, relativo alla provincia di Milano, basta a rendere l’idea delle dimensioni della magagna: Su trecentotrenta scuole la Cgil denuncia di aver individuato milleottocento errori.
Va precisato che la problematica è stata eredita dalla passata legislatura.
Ma i sindacati puntano ora il dito sulla mancanza di trasparenza da parte dei vertici ministeriali.
La Gilda in particolare denuncia che non ha avuto alcuna risposta la richiesta di accesso alla documentazione inviata da mesi.
Un risultato invece ottenuto da WIRED – potenza dei media – che si è divertita a fare analizzare la piattaforma a un pool di esperti informatici.
A quanto è dato capire a far saltare il cervellone sono i casi particolari, per esempio le richieste di part-time o nei casi in cui si rinuncia alla prima cattedra avendo vinto il concorso.
Ma, come viene fatto notare, si tratta di casi che dovevano essere previsti.
Tra le conseguenze, oltre a vedersi superati da chi ha un punteggio inferiore, ci sono il conteggio di ore mensili di insegnamento in meno o l’assegnazione per materie diverse da quelle per i quali di ha titolo.
Speriamo che Babbo Natale faccia un bel regalo, perché a quanto pare c’è bisogno di un miracolo di quelli grandi.
Alberto Barelli