Il sindacato scende in campo per sollecitare la riforma dei Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento (Pcto) scrivendo al ministro dell’Istruzione e del Merito Valditara.
L’ultima vicenda che ha riportato la questione dell’ percorso di alternanza scuola-lavoro al centro dell’attenzione è il mancato risarcimento ai familiari per la morte dello studente Giuliano De Seta, deceduto in azienda durante lo stage.
Un fatto inaccettabile per il sindacato, e che deve portare a una modifica dell’intero impianto.
Ma gli aspetti da cambiare, come verrà spiegato nel corso dell’incontro previsto nei prossimi giorni con la ministra del Lavoro Marina Elvira Calderone, sono molteplici.
“In considerazione del fatto che le Linee guida relative ai Pcto prevedono il vincolo del monte ore minimo di 90 ore nel triennio finale per i licei, 150 per gli istituti tecnici e 210 per gli istituti professionali, le scuole sono tenute a un obbligo formale che le costringe ad attivare convenzioni sul territorio e, spesso, si tratta di forzature che risultano pericolose e inutili”, spiega il segretario generale della Flc Cgil Francesco Sinopoli.
Sinopoli ricorda che è dal 2015, anno di introduzione dell’obbligo di alternanza scuola lavoro in tutte le scuole secondarie di II grado, che la FLC CGIL ha ripetutamente avanzato proposte per modificare il percorso.
In particolare continua a essere richiesta l’eliminazione dell’obbligo delle attività dei PCTO, che è ritenuto il problema principale, costringendo ad attivare i percorsi anche quando non si sono le condizioni per far svolgere l’attività in modo serio e in sicurezza.
“Oggi è ancora più indispensabile avviare un serio ripensamento del rapporto tra istruzione e luoghi di lavoro – sottolinea Sinopoli – non per eliminare il collegamento tra apprendimento e attività concreta, ma per riportare il valore della laboratorialità al centro del percorso di istruzione”.
La richiesta è quindi un investimento serio in tempi e spazi” per imparare con concretezza e interesse”.
Alberto Barelli