Il commmento di Gramellini: «Il classico non ti spiega come funziona il mondo, ma ti abitua a chiederti perché»
Si sono chiuse le iscrizioni per l’anno scolastico 2023/2024 e il Ministero ha comunicato i risultati delle scelte.
I licei continuano a essere la scelta preferita di famiglie e studenti, che si attestano al 57,1%, in aumento quindi rispetto all’anno scorso (56,6%).
Aumentano anche le iscrizioni agli istituti tecnici, che salgono al 30,9%, rispetto al 30,7% del 2022/23. Gli istituti professionali continuano a perdere iscritti, si passa dal 12,7% al 12,1%.
Tra le scuole che continuano a perdere iscritti, c’è il liceo classico, che viene scelto dal 5,8% (un anno fa era al 6,2%).
A commentare questo fatto, sul Corriere della Sera, è intervenuto Massimo Gramellini, che però spiega i motivi per cui non è un fatto positivo:
“Solo il 5,8% degli studenti di terza media che continueranno gli studi frequenterà il classico il prossimo anno. Si dice che il classico non sia in linea con i tempi attuali, in cui la scuola serve solo a trovare lavoro, e che il mondo del futuro avrà più bisogno di tecnici che di umanisti.
Studiare l’Iliade viene visto da molti come una perdita di tempo – continua lo scrittore – c’è molto da obiettare su questo punto (molti economisti e ingegneri provengono proprio dal classico), ma per ora accettiamolo.
Tuttavia, non a quattordici anni – spiega Gramellini, che poi aggiunge – a quattordici anni nessuno sa ancora chi sia, e invece di restringere il loro orizzonte, bisognerebbe ampliarlo enormemente.
Tutte le passioni della mia vita le ho sperimentate a quell’età, compresa la musica e lo sport, di cui leggevo le cronache sotto il banco durante le lezioni più noiose.
Ma erano le cronache di Gianni Brera, che sapeva unire il racconto di una partita con l’epica di Omero”.
“È vero, il classico non ti spiega “come” funziona il mondo, ma ti abitua a chiederti “perché”.
Ti aiuta a capire le cause delle cose, a scoprire il conformismo degli anticonformisti, ad addestrare i sensi e la mente per poter apprezzare la bellezza in un tramonto o anche solo in una vetrina.
Il classico è come una cyclette: mentre la usi, fai fatica e ti sembra che non porti da nessuna parte.
Ma quando scendi, scopri che ti ha fornito i muscoli per andare ovunque” sostiene Gramellini.
Gaia Lupattelli