Fine settimana con l’incognita sciopero per la scuola.
Il 24 e 25 febbraio è stato indetto infatti lo sciopero generale dalla Confederazione Sindacale Lavoratori Europei, che, nelle intenzioni dei promotori, dovrebbe portare al blocco delle lezioni.
Nessuna adesione è pervenuta dalle organizzazioni confederali, né dai sindacati di base. Non si conosce la capacità di mobilitazione della confederazione dei lavoratori europei, che non risulta rappresentativa nel comparto di contrattazione collettiva.
Pertanto è difficile prevedere quale potrà essere l’impatto dell’invito all’astensione dal lavoro.
Le richieste alla base della mobilitazione sono in ogni caso ambiziose.
Le rivendicazioni prevedono la richiesta dell’istituzione in ogni scuola di un supporto psicologico, dell’introduzione di buoni pasto e il riconoscimento di lavoro usurante per la professione di insegnante.
La mobilitazione riguarda quindi potenzialmente tutti i lavoratori della scuola, essendo invitati ad astenersi dal lavoro, come si legge nel comunicato, il “personale docente e ATA, a tempo determinato e indeterminato delle scuole pubbliche e comunali”.
A pochi giorni dalla scadenza comunque poco si sa sulle adesioni. In molti istituti sembra che non si sia neppure a conoscenza dell’iniziativa, che pure ha ottenuto una certa risonanza mediatica.
Le proposte per le quali si invita allo sciopero hanno ottenuto come risultato di aprire una discussione in merito in alcuni forum e, in generale, in rete.
Interessante viene ritenuta la proposta di far rientrare l’insegnamento nella categoria di lavoro usurante. Una realtà del genere avrebbe una ricaduta in primo luogo sull’accesso alla pensione.
Avvalendosi del riconoscimento di attività faticosa, molte categorie hanno visto incrementare notevolmente l’accoglimento delle domande di pensionamento.
Una tale prospettiva avrebbe ricadute considerevole per il comparto della scuola.
Va comunque considerato che, al momento, solo per una parte del personale della scuola è previsto il riconoscimento di svolgere un lavoro faticoso.
Al di là del successo o meno della mobilitazione di questo fine settimane, di tali argomenti si tornerà a parlare, a partire dall’attivazione del supporto psicologico sia per gli insegnanti che per gli studenti.