C’è grande interesse e curiosità per quel che concerne l’annuncio del piano di assunzioni di docenti, ulteriore rispetto ai concorsi previsti dal Pnrr in sospeso in attesa delle decisioni Ue, annunciato dal ministro Valditara.
I sindacati sono scettici circa la possibilità di riuscire effettivamente a concludere il concorso in estate in tempo per l’avvio del prossimo anno scolastico: “In estate si farà il concorso per i precari con tre anni di anzianità o che hanno già 24 Cfu” ha assicurato il Ministro Giuseppe Valditara.
70mila assunzioni entro il 2024
In aggiunta, c’è un disegno di legge che prevede l’assunzione dei docenti che sono iscritti nella prima e nella seconda fascia delle graduatorie provinciali per le supplenze, per i posti comuni o di sostegno, o negli appositi elenchi aggiuntivi di sostegno; appositi corsi universitari annuali di abilitazione e specializzazione riservati ai docenti inseriti nella seconda fascia delle graduatorie provinciali per le supplenze.
Ci sono poi in sospeso le modifiche del Pnrr finalizzate ad assicurare 70mila assunzioni entro il 2024.
I sindacati spingono per assunzioni dalle graduatorie di merito degli idonei dei concorsi ordinari e dalle GPS, poichè consentirebbero di rispettare le tempistiche dell’avvio del prossimo anno scolastico.
I concorsi non bastano
I posti disponibili sono più di 110 mila in organico di diritto.
Nell’anno scolastico 2021/22 erano poco più di 112.000 i posti autorizzati per le immissioni in ruolo e sono stati circa 45.000 i contratti a tempo indeterminato; nell’anno scolastico in corso sono state 44.000 le assunzioni a tempo indeterminato a fronte di 94.000 posti autorizzati.
I sindacati assicurano che i docenti per coprire le cattedre ci sono.
La scuola di fatto viene retta da supplenti, circa 250.000, sia su posto comune che sul sostegno che consentono il corretto funzionamento della scuola.
Ora manca la risposta dell’Europa, che dovrà dare il via libera al nuovo percorso.
C’è grande aspettativa nei confronti dei nuovi concorsi riservati per il prossimo biennio, che anche se non risolveranno integralmente il problema del precariato consentiranno l’avvio di un percorso che ci si augura possa essere virtuoso.