Scuola, largo al modello Dada: il nuovo metodo che rivoluziona l’apprendimento

Il modello Dada, acronimo di ‘Didattiche per Ambienti di Apprendimento‘, si fa sempre più largo nella scuola pubblica italiana, grazie anche ai fondi PNRR che ne faciliteranno la diffusione. Il nuovo metodo di apprendimento, nuovo per modo di dire perché la stragrande maggioranza dei docenti ha avuto modo di conoscerlo o di sentirne parlare, ha origini anglosassoni e si basa sul concetto di spostare gli studenti tra lezioni diverse anziché spostare i docenti di aula in aula, come sempre avvenuto tradizionalmente. Quali sono i benefici di questa nuova metodologia di apprendimento e le sue caratteristiche?

Modello Dada, sempre più scuola intendono adottare questo nuovo metodo di apprendimento

Come detto poc’anzi, il modello Dada prevede che gli studenti non restino in un’unica classe per tutta la giornata ma si spostino da un’aula all’altra, a seconda delle materie in programma. Un modello che, in Inghilterra e negli Stati Uniti, è già diffuso da diversi anni ma che in Italia ha trovato, sin qui, poche applicazioni. Sono i docenti, in buona sostanza, a restare nella stessa aula che, di conseguenza, sarà un’aula dedicata allo studio di una specifica materia. Saranno gli studenti a raggiungerli in quello che dovrebbe essere un ambiente di apprendimento più flessibile e personalizzato.

I vantaggi del modello Dada

Tra i vantaggi del modello Dada, indubbiamente quello di poter personalizzare un’aula in modo da poter soddisfare le esigenze degli studenti; oltre a questo, è probabile una maggiore collaborazione tra gli alunni e una migliore interazione tra di loro. Il modello Dada, inoltre, si rivela particolarmente adatto per quanto riguarda l’apprendimento degli studenti con difficoltà di attenzione e di apprendimento, proprio per le elevate possibilità di personalizzazione delle aule dedicate ad una specifica materia. 

I possibili svantaggi

Se da una parte i vantaggi appaiono evidenti, dall’altra appaiono evidenti anche gli svantaggi, primo fra tutti quello legato ai maggiori costi di avvio e di manutenzione degli ambienti di apprendimento personalizzato: è logico che l’applicazione del modello Dada comporti un maggior investimento in  termini di attrezzature, arredi e tecnologie per le aule. Non mancano nemmeno le difficoltà di carattere logistico in quanto occorrerà un’attenta gestione dello spazio a disposizione della singola scuola: perché il metodo possa funzionare, gli studenti dovranno potersi spostare in maniera agevole da un’aula all’altra. Un altro fattore da tenere in considerazione è la possibile ‘resistenza’ ai cambiamenti di carattere organizzativo, ovvero il voler continuare con il tradizionale metodo di insegnamento.

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