Diciamolo pure: tornare a scuola con questo caldo torrido sarebbe stata una doppia tortura. Ma la mancata conferma dei fondi per l’attività estiva non piace ai presidi, per i quali si è posta fine a un’esperienza valida.
Il progetto “Scuola d’estate” ha visto la sua nascita due anni fa, con il fine di permettere ai ragazzi di recuperare i deficit formativi ma anche di promuovere momenti di socializzazione.
Per rendere l’idea delle tante iniziative realizzate, lo scorso anno sono state organizzate iniziative per i ragazzi ucraini appena arrivati in Italia dopo l’inizio della guerra.
In generale i dirigenti scolastici sottolineano che l’attività di recupero ha dato i suoi frutti, visto i risultati ottenuti dagli studenti una volta rientrati in aula a settembre.
L’iniziativa aveva avuto un precedente nel progetto “Scuole aperte” lanciato nel 2008, con l’obiettivo di non chiudere la porta ai ragazzi a giugno e far vivere la scuola in modo diverso, rinforzando le loro competenze e proponendo esperienze arricchenti.
UN’ESPERIENZA VIRTUOSA
Una delle esperienze che ha dato buoni risultati è quella messa in campo a Milano, periferia di San Siro, uno dei quartieri più problematici della città. A sottolineare l’importanza di poter replicare il progetto è la preside dell’istituto tecnico e professionale Galilei-Luxemburg, Annamaria Borando. “Abbiamo messo in campo diverse attività – spiega la dirigente – Tra queste la realizzazione di un murale, in collaborazione con un collettivo di artisti. Poi l’organizzazione di attività sportive, soprattutto rivolte agli studenti con disabilità”. “Molti studenti non sono mai usciti dal quartiere – continua – non conoscono neanche il Duomo o la basilica di Sant’Ambrogio, non sono mai stati neanche nelle parti più nuove della città, da piazza Gae Aulenti a City Life”.
INIZIATIVE PROMOSSO ASSIEME AGLI ENTI LOCALI
Tante le scuole che hanno comunque promosso iniziative anche durante il periodo estivo grazie al supporto degli enti locali.
Il progetto è stato avviato in particolare nelle zone periferiche delle grandi città, dove tenere aperte le scuole durante le vacanze significa contribuire ad arginare situazioni di marginalità e degrado. La speranza dei dirigenti scolastici è che il governo ci ripensi e confermi il progetto Scuole aperte a partire dal prossimo anno.