Svolta storica: i docenti delle scuole paritarie potranno conseguire l’abilitazione e quindi essere assunti a tempo indeterminato.
Questo quanto stabilito nell’emendamento alla legge 75/23 (cosiddetto PA bis), voluto fortemente dal ministro all’istruzione e al merito Giuseppe Valditara e appena approvato dalla Camera. L’ultimo passaggio è il pronunciamento del Senato ma, visti i numeri, non dovrebbero esserci ostacoli.
Come noto fino a oggi le scuole paritarie sono state costrette a ricorrere all’assunzione di docenti non abilitati.
Per poter partecipare a concorsi statali i docenti non saranno quindi più costretti a lasciare la scuola paritaria, che di conseguenza ha fatto sempre più fatica a coprire le cattedre.
In pratica chi insegnava in queste scuole poteva farlo soltanto rinunciando all’abilitazione e sottostando a un contratto a tempo determinato.
30 CFU/CFA DI FORMAZIONE
La conseguenza dell’approvazione dell’emendamento è che sarà fondamentale acquisire i 30 CFU/CFA del percorso di formazione previsto per gli insegnanti che hanno tre annualità di servizio presso le istituzioni scolastiche statali o presso le scuole paritarie.
NONOSTANTE LE POLEMICHE IL GOVERNO VA AVANTI
Soddisfazione è espressa da Suor Anna Monia Alfieri, legale rappresentante delle scuole Marcelline in Italia: “Quasi non ci si crede: esattamente come per i colleghi delle scuole statali, i docenti delle paritarie avranno quindi la possibilità di abilitarsi e, di conseguenza, di essere assunti a tempo indeterminato. Il servizio presso una scuola pubblica paritaria è riconosciuto al pari di quello prestato presso una scuola pubblica statale. A rigor di logica un passaggio scontato, ma non così nei fatti, visto che abbiamo dovuto aspettare 23 anni dalla legge sulla parità scolastica, la 62 del 2000”.
Dura invece la Flc-Cgil: “I percorsi semplificati – si legge nel comunicato emesso nei giorni scorsi – sono lo strumento che il datore di lavoro “Stato” ha a disposizione per dare riconoscimento ai docenti che prestano l’attività professionale all’interno delle scuole statali e si colloca nell’insieme delle disposizioni dirette a superare il precariato storico della scuola italiana. Riteniamo sbagliato e ingiusto mettere sullo stesso piano un’esperienza professionale che ha seguito le rigorose regole di selezione e reclutamento della scuola statale e quella che ha seguito altri criteri di accesso, spesso discrezionali del datore di lavoro privato”.
Le polemiche non stanno fermando il Governo, che tira dritto sulla sua decisione. Giuseppe Valditara ha appena scritto una lettera agli insegnanti delle scuole paritarie ribadendo l’impegno a sancire la parificazione del insegnamento ai fini specifici dell’abilitazione, e ad assicurare i finanziamenti di 20 milioni di euro per il 2023 e 110 milioni di euro dal 2024.